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Samoter: i ribaltabili in mostra

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Quando si risveglierà il mercato? Quando avremo chiuso la porta in faccia alla crisi? Quando la smetteremo di piangerci addosso? La risposta è: ora. Malgrado tutti gli alti e bassi – più bassi – del governo. Il Samoter c’è, le case costruttrici pure e sicuramente anche il pubblico dei clienti. Manca solo il lavoro. Luisa Todini, a capo dell’omonimo gruppo industriale (hanno appena firmato il contratto per la costruzione della nuova metro a Copenhagen, con un valore della commessa di 1,7 miliardi) non ha avuto dubbi ad affermarlo: «In Italia il governo ha fatto molto poco». Il Piano casa è naufragato e anche il mercato italiano delle macchine movimento terra nel 2010 registra una flessione dell’8,9%. Ma non è questione di un anno…

«Con il 2010 – dichiara Enrico Santini, presidente di Unacea – si archivia il terzo anno negativo che ha dimezzato il volume delle vendite rispetto al picco del 2007. Molto positivo è stato il contributo della Tremonti Ter nei primi sei mesi, mentre inconsistenti sono stati gli effetti della rottamazione. Adesso è il momento di uscire dall’emergenza e congegnare un sistema stabile di incentivi all’innovazione nel cantiere che premi nei bandi di gara con punti aggiuntivi le imprese edili che investono in macchine e attrezzature nuove, ovvero più sicure e rispettose dell’ambiente».

«Considerando la perdurante situazione critica – aggiunge Franco Invernizzi (New Holland Construction – Fiat Industrial), vicepresidente Unacea – è fondamentale che il parlamento europeo tuteli il futuro di questa industria, approvando la proposta di estensione dei criteri di flessibilità per quanto riguarda la direttiva emissioni». Unacea di concerto con il Cece – l’associazione dei produttori di macchine per costruzioni – propone infatti di spalmare su un tempo più lungo i costi di adeguamento alle normative sulle emissioni, che con la crisi in corso nel settore potrebbero portare alla chiusura molti piccoli produttori e danneggiare fortemente i più grandi.

«La crisi – aggiunge Enrico Prandini (Komatsu), vicepresidente Unacea – ha reso ancora più evidenti le distorsioni prodotte sul mercato dall’importazione di macchine non conformi, pericolose per la sicurezza dei lavoratori e dannose per l’ambiente. Ai produttori italiani ed europei si richiede il rispetto rigoroso di tutte le moltissime norme per la produzione delle macchine, tuttavia si consente che sul mercato siano presenti mezzi non conformi. In questo modo si crea un danno alla collettività e non si consente alle imprese di rientrare degli investimenti effettuati in ricerca e sviluppo. Si tratta di un grave problema che deve esser risolto con una vera politica di sorveglianza di mercato e, a nostro giudizio, anche con l’istituzione di un’anagrafe dove vengano registrate obbligatoriamente le macchine per costruzioni immesse sul mercato».

Il totale delle macchine movimento terra vendute in Italia nel 2010 è stato di 13.424 unità, mentre le stradali (rulli e vibrofinitrici) sono scese del 17,7% con 413 mezzi, quelle per il calcestruzzo segnano un clamoroso -32,3% per le autobetoniere e un -50% per gli impianti per il calcestruzzo. In controtendenza, le betonpompe in crescita del 15,7%. Se questa è situazione del mercato core business del Samoter, vediamo invece da vicino quello dei trailer.

«Si può dire che in generale nel 2010 le aziende si sono ritarate sulla base delle richieste del mercato», spiega Elena Acerbi dell’omonima Casa piemontese, «sicuramente un aiuto è stato dato dall’entrata in vigore degli incentivi, che si può dire abbiano avuto un discreto riscontro». «Ma come già per l’anno scorso – prosegue – anche per il 2011 è difficile esprimere una sensazione circa l’andamento del mercato. Si confida in una ripresa alla luce dei prossimi avvenimenti come l’Expo». In fiera la Casa di Castelnuovo Scrivia porta il nuovo tutto lega AB03 RP MY 2011 da 41 mc. Ha il telaio più lungo, le sponde più basse (1.800 mm) e la cubatura maggiorata. La porta posteriore è oscillante, stagna e a bandiera. «Abbiamo deciso di puntare sul mondo dei ribaltabili con nuovi investimenti e una nuova gamma tutto alluminio e misto», conclude Acerbi.

Critico resta Michele Flora della Zorzi: «Il settore cava-cantiere segna il passo e stenta a decollare in quanto tutte le grandi opere sono bloccate, già appaltate ma in attesa dei finanziamenti». In fiera la Casa trevigiana espone quindi il Cayman tipo 37S 075Pr, in una nuova versione alleggerita. Ha il telaio interamente in acciaio Ssab Domex 700, assi singoli a disco e sospensione originale Ror, denominata CS9, primo asse sterzante e sollevabile. Impianto Ebs, Ecas Wabco. Monta una cassa da 25 mc in Hardox 450 diviso in tre settori, fondo da mm 4 e sponde da mm 3. Con il tetto elettrico con telecomando Marcolin. Pesa 5.600 kg. E lo affianca al Millennium mezzo d’opera tipo 47S 75RP. Con cassa da 28 mc in Hardox 450 diviso in tre settori con fondo da 5 mm e pareti da 4. Tetto sempre Marcolin con telecomando. Ha il telaio in acciaio con sospensioni pneumatiche e freni a disco Ror, sollevatore del primo asse e barra. Pesa 7.800 kg.

Le aspettative, quindi esistono. Tanto che, «per la primavera del 2011 – prosegue ottimisticamente Flora – ci attendiamo finalmente l’apertura dei cantieri e soprattutto l’influenza (sempre) dell’expo Milano 2015 che porterà nuova linfa. Siamo quindi fiduciosi e ottimisti in una ripresa, soprattutto del cava-cantiere. L’anno si è chiuso abbastanza bene consolidando i numeri espressi nel 2010, come si vede dai tabulati Anfia». I dati riferiscono un mercato generale dei trailer da oltre 8 mezzi (8.861) in crescita del 5,68% sul 2009 a 8.385.

Tornando ai semirimorchi «duri e puri», Bruna Cantoni dell’omonima Casa lombarda pone l’accento sull’impennata di prezzi delle materie prime, che aggrava la già fievole situazione economica di un mercato italiano quasi estinto». «In questo difficile momento – prosegue – c’è un unico stimolo: innovare. Il 2010 lo abbiamo chiuso con un lieve rialzo. Ci si aspettava però molto di più. Il 2011 è iniziato in sordina, e non riusciamo a fare pronostici. Abbiamo rivisitato il ribaltabile Dune e anche la gamma leggera Jolly. Ma la crisi non sembra affatto risolta».

Del medesimo parere è Roberto Pellegrino della Nicolas (non partecipano al Samoter). «Bene non va di certo, direi, anche se abbiamo una quantità di ordini sufficienti, i prezzi sono bassi come non si era mai visto; ci ritroviamo a cercare di mantenere le quote di mercato introducendo novità piuttosto significative, in particolare nei modulari e nei semoventi. Dal Bauma 2010 è stato un susseguirsi di novità e migliorie per stimolare i nostri potenziali clienti. Ma il momento resta duro».

Sui prezzi torna a battere anche Luca de Angelis a capo della De Angelis rimorchi di Ravenna, sorta nel 1911 e che quest’anno festeggia i 100 anni dalla fondazione. «Per il momento devo dire che qualcosa per noi si sta muovendo, però soprattutto nei veicoli speciali, un po’ fuori standard. Speriamo, a ogni modo, che continui questa tendenza. L’unica grande preoccupazione è il costo dei materiali che sta lievitando enormemente e che non riusciamo a girare ai clienti». In fiera portano un semirimorchio telescopico dotato di un innovativo sistema di sterzatura idraulica, «esclusivo della nostra azienda e dotato anche di sistema di riallineamento automatico degli assali E.R.S», soggiunge De Angelis. E un trailer eccezionale telescopico, un semirimorchio a 3 assi legale di ultima generazione con telaio alleggerito, oltre a un rimorchio a 3 assi.

Sempre perplesso anche Giovanni Tomatis della Faymonville Italia:. «La vedo dura. Speriamo, ma è dura», dice laconico. A Verona con un semirimorchio telescopico alto per trasporto di elementi lunghi, in particolare di pale eoliche. È un semirimorchio tutto allungato che arriva a 47 m, con quattro assali sterzanti idraulici, sospensione pneumatica e carico utile da 58 ton; un semirimorchio a due assi sterzanti idraulici extra ribassato con travi laterali allargabili, con la parte ribassata allungabile sino a 17 m. E un semirimorchio eccezionale modello Vario 2+4 con vasca ribassata allargabile idraulicamente sino a 5 m, con il pianale ribassato lungo sino a 14 m e una portata utile di 90 ton.

Gioca in Casa l’Adige, alle porte del casello di Verona Sud ci sono ancora gli stabilimenti e il marchio ben in vista su un traliccio, ora trasferita da Ezio Cecconi e dai suoi soci in quel di Foligno. Al Samoter espone il Progetto K5 (semirimorchio stradale da cava cantiere) e il Progetto M1 (mezzo d’opera da cava cantiere).

A seguire i mezzi dell’umbra Tecnokar, molto attenta all’innovazione tecnologica applicata al settore dei ribaltabili, sia da ferro che da terra. Con una gamma molto ampia di veicoli come Grizzly, Supertop F1, Supertop 56, Talento F1 e il nuovo Supertop 56 a cassa conica, che rappresenta «la punta di diamante della linea ribaltabili posteriori», dice Piergiacomo Valentini. Completano il catalogo  mezzi d’opera a due assi e stradali a tre assi con casse quadre e tonde da 22 a 34 mc.

Molto apprezzati sono pure i ribaltabili Andreoli, non a caso spesso utilizzati nei test drive delle Case costruttrici di camion nei campi prova preparati nelle vicinanze della Fiera. Ottima occasione per vederli da vicino.

La Cardi, che per recarsi in fiera copre ben pochi chilometri, presenta «una nuova linea di carrelloni per il trasporto delle MMT (un 13,60 m. con rampe a 3 assi con gemellati) – spiega Giuseppe Bordin – settore in cui vogliamo entrare da quest’anno, grazie alle tecnologie che abbiamo alle spalle nello stabilimento Merker in Abruzzo». In più abbina un 10 gomme a terra ribaltabile posteriore tipo Sl 10L e una botte Piacenza per polverulenti.

Mentre la toscana Menci in fiera espone il tutto lega per pezzature leggere.

Non mancheranno le novità dell’Emilcamion, dalla vasca Leonardo ad apertura «semplificata» a cavi e puleggie alle ultime evoluzioni delle S5 Evo anche a tenuta stagna. La primadonna della produzione bolognese, offerta di serie nella configurazione con sponda posteriore a apertura idraulica, è il sistema idraulico Dual Control che gestisce l’apertura della sponda solo basculante oppure completamente alzata ad ala di gabbiano, a completa discrezione dell’operatore anche durante il sollevamento del ribaltabile. Con sensori elettrici che controllano che il sollevamento del cassone avvenga solo quando la sponda posteriore è fuori dai ganci di chiusura. E che se munita di copricarico Spinnaker elettrico, per evitare interferenze con l’apertura della sponda, all’inserimento della presa di forza vede il telo raccogliersi automaticamente. Analogo il progetto P6 Export ed Evo, realizzato però con la cassa quadra e la sponda posteriore idraulica ad apertura verso l’alto. «Nella P6 Evo è possibile poi – precisa Marco Bettini – integrare all’apertura ad ala di gabbiano offerta di serie, la combinazione di apertura libro/bandiera utilizzato nella P6 Export e nella T5. In pratica tre combinazioni operative particolarmente utili ed esclusive».

 

 

 

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Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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