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L’Interporto di Jesi diventa retroporto di Ancona

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L’interporto delle Marche diventa reproporto del porto di Ancona. Cosa vuol dire in concreto? Diverse cose. Innanzi tutto – come ha quantificato Tito Vespasiani, Segretario Generale Autorità Portuale di Ancona – significa “trasferire 35mila dei 110mila container in arrivo ogni anno al Porto di Ancona sul ferro e non su gomma, abbattendo quindi di un terzo il traffico di mezzi pesanti in uscita da Ancona con evidenti vantaggi anche sotto l’aspetto ambientale”.

Inoltre, diventa possibile effettuare tutte le operazioni di sdoganamento direttamente all’Interporto piuttosto che nel porto di Ancora, grazie a un apposito accordo con l’Agenzia delle Dogane, anche se – come ha chiarito Paolo Pantalone, Direttore Interregionale Emilia Romagna e Marche dell’Agenzia delle Dogane – “occorre individuare uno o più operatori terminalisti interessati a sperimentare questa procedura”.

È chiaro, quindi, che non tutto è ancora perfettamente oliato. Ma la cosa non spaventa. Come ha precisato Roberto Pesaresi (nella foto), presidente di Interporto Marche Spa, “Il nostro obiettivo è di utilizzare tutto quello che abbiamo a disposizione senza attendere che sia tutto a posto, con l’intento di collegare questo territorio (Marche e Umbria) all’Europa. Da oggi è possibile creare un corridoio porto-interporto e da ottobre contiamo che diventi pienamente operativo”.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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