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Euro 6: in Olanda si finanzia l’acquisto. E in Italia?

Nelle ultime settimane quasi tutte le case costruttrici di veicoli hanno mostrato nuovi motori euro 6. Ed ecco perché diversi paesi europei prevedono di incentivare l'acquisto di veicoli equipaggiati con tali propulsori. Inizia l'Olanda, stanziando 36 milioni di euro. Mentre Germania, Svizzera e Austria stanno per tagliare i pedaggi. In Italia l'Unrae chiede analoghi incentivi

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Ammontano a circa 7 miliardi di euro gli investimenti delle case costruttrici per sviluppare motori euro 6. Adesso, con largo anticipo (l’introduzione normativa è il 2014), se ne vedono i frutti concreti: Scania ha iniziato la vendita di veicoli con le nuove motorizzazioni; Mercedes le utilizzerà sul nuovo Actros in dirittura di rinnovo; tutte le altre case ci stanno lavorando seppure con metodi diversi (Iveco sta elaborando un SCR esteso, DAF farà dei ritocchi al suo Paccar MX che peraltro già ha tagliato traguardi ambientali negli USA, Volvo elabora percorsi alternativi).

Tutto bello e molto verde: le emissioni di questi motori infatti si riducono drasticamente, senza peraltro pesare sui consumi o sui costi di manutenzione. C’è però un problema: il maggior prezzo. Sui veicoli che sommano EGR e SCR può arrivare anche a 12.000 euro, mentre dovrebbe essere inferiore (circa la metà) su quelli con l’SCR esteso. E chi è disposto a spendere questo sovrappiù? Quasi nessuno, a meno di incentivi. Quali incentivi? Dipende. Oltre confine se ne trovano tracce di diverso tipo. Ci sono quelli della Germania – non ancora ufficiali, ma praticamente certi – basati sulla riduzione dei pedaggi autostradali, come peraltro è già avvenuto con l’introduzione degli euro 5. E sulla stessa scia si stanno muovendo anche Austria e Svizzera. Ci sono altri paesi invece, come per esempio, l’Olanda, in cui si incentiva direttamente l’acquisto. È di questi giorni la notizia che il ministero delle Infrastrutture di Amsterdam ha stanziato 36 milioni di euro per il rinnovo del parco e per sostenere quindi le vendite di veicoli euro 6.

L’Italia invece tace. Anzi, anche andando a vedere la quota di rimborso dei pedaggi autostradali, scaglionata per classi di fatturato e per livelli di inquinamento dei veicoli, si scopre che la fascia più alta è ancora quella definita «euro 4 e successivi». Come se l’entrata in vigore dell’euro 5 già da qualche anno e il lancio sul mercato di veicoli euro 6 fossero completamente passati inosservati. Ecco perché da più parti si tende a sensibilizzare il governo sull’argomento. «Per rilanciare un settore così fortemente in crisi – ha dichiarato il segretario generale dell’Unrae, Gianni Filipponi – servirebbero anche degli incentivi strutturali destinati al rinnovo del parco circolante». L’invito cioè è quello di aggiungere alle positive misure intraprese pure un sostegno per dotarsi di veicoli più efficienti e soprattutto meno inquinanti.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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