Ci risiamo: c’è un’emergenza e per affrontarla si chiede il contributo diretto di chi va per strada. Così, di fronte alle tragiche inondazioni che la scorsa settimana hanno devastato la zona della Cinque Terre e il nord della Toscana, il governo aumenta di circa otto centesimi al litro il prezzo dei carburanti (più precisamente quattro + iva). Certo, com’era avvenuto per il Fondo dello Spettacolo qualche mese fa, anche in questo caso l’Agenzia delle Entrate comunica che l’aumento non colpisce l’autotrasporto in conto terzi che utilizza veicoli sopra le 7,5 ton. Ma… Ci sono più «ma». Innanzi tutto, il fatto che esiste un autotrasporto al di sotto di questa soglia di tonnellaggio, che nei conti fatti dalla CNA-Fita non sono pochi: 18.633 imprenditori che si troveranno a spendere complessivamente circa 22 milioni in più. E poi l’altro «ma»: le modalità con cui si eccettua l’autotrasporto, che non valgono ovviamente nel momento dell’acquisto del carburante, ma come funziona in generale per le accise e come ha funzionato per il Fondo Spettacolo funzionano tramite rimborso differito. Come a dire, intanto paga – e non poco: circa 40 milioni in più – e poi verrai rimborsato. Ma di questi tempi ogni onere aggiuntivo, seppure con la prospettiva di essere recuperato, pesa non poco sui bilanci già stremati delle aziende. Peraltro, tutto questo avviene proprio mentre a livello internazionale l’andamento del prezzo del petrolio mostra una tendenza al ribasso. Che fa quindi respirare le imprese di altri Stati, ma non le nostre. E proprio mentre la stessa Istat quantifica l’incremento su base annua del carburante al 14%. Come a dire: piove sul bagnato!
Aumenta il gasolio: l’autotrasporto paga oggi per essere rimborsato domani
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