La logistica europea e in particolare quella italiana devono passare da una condizione di «patchwork» – di elementi, cioè, differenti e scollegati fra loro – a una di «network», cioè di rete funzionale e operativa che favorisca il trasporto ordinato e coordinato delle merci e l’ottimizzazione della logistica. Almeno nelle considerazioni di Cesare Bernabei della DG Mobilità della Commissione europea, presentate alla Conferenza internazionale del Freight Leaders Council e Freight&Logistics su «La capacità di anticipare i cambiamenti/cogliere le evoluzioni: la Vision 2020 e la possibile crescita della competitività europea della supply chain». Bernabei ha insistito in particolare sulla necessità di passare dal concetto di «co-modalità» (come indicato dall’aggiornamento del Libro Bianco 2001) a quello di «integrazione modale», prevista dall’ultimo Libro Bianco sui Trasporti, varato proprio quest’anno dalla Commissione europea.
A Bernabei ha risposto il sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, per annunciare che chiederà di destinare all’intermodalità parte dei 400 milioni stanziati dal governo nella legge di Stabilità a sostegno del settore dell’autotrasporto per il 2012 e ha ricordato l’iter della legge di riforma degli interporti, approvata nei giorni scorsi in commissione alla Camera, che prevede, fra l’altro, il potenziamento dei poteri del ministero dei Trasporti e di quello di programmazione delle Regioni con l’istituzione dei Comitati interregionali per l’intermodalità e la logistica e la realizzazione di un Piano generale dell’intermodalità che verrà elaborata dalla Consulta per l’autotrasporto e la logistica, coinvolgendo nei lavori anche i rappresentanti delle imprese ferroviarie e degli stessi interporti.
Dalla logistica patchwork a network
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