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Costi minimi ed evasione fiscale: due casi a Cassino e Reggio Calabria

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I costi minimi sono lì, scritti una volta per tutte e normativamente obbligatori. Non indicano cifre stellari: sono la soglia sotto la quale non si sopravvive. Certo, poi è vero che sul mercato – lo si sa – si trova di tutto. Si trova pure quello che continua a viaggiare a 0,80 centesimi, sotto gli occhi attoniti di tutti, che si arrovellano chiedendosi: “ma come faranno a starci dentro?”.
Le risposte sono tante. E le conoscono tutte. Ma una la si trova ogni mattina accendendo il computer. Provate a fare questo gioco. Andate su Google e digitate le seguenti parole di ricerca: «evasione fiscale autotrasporto». Scorrere tutti i risultati è impossibile. Fermiamoci ai primi due.
Ieri, la Guardia di Finanza di Cassino ha scoperto un’evasione fiscale di un’impresa cassinate, operante nel settore dell’autotrasporto, che ha conseguito reiterati e consistenti indebiti risparmi di imposta nel corso degli ultimi anni. Tale impresa, proprietaria di numerose motrici utilizzate per il trasporto di autovetture, ha nascosto al fisco ricavi per circa 6,5 milioni di euro, rendendosi altresì responsabile di violazioni in materia di imposta sul valore aggiunto per oltre 2 milioni di euro. Le indagini hanno consentito di rilevare che l’amministratore della società operava transazioni riferibili all’azienda attraverso i propri conti correnti personali, con ciò occultando al fisco l’avvenuta effettuazione di operazioni economiche.
Spostiamoci un po’ più a sud, ad Africo, in provincia di Reggio Calabria. Cambia il contesto territoriale, cambia pure la tipologia di impresa, in questo caso monoveicolare, ma il reato rimane lo stesso: evasione fiscale. Anche qui la Guardia di Finanza ha sequestrato un immobile di undici vani e altre due pertinenze, quattro terreni e un’auto per un totale di 360.000 euro a un imprenditore di Africo indagato per evasione fiscale. Le indagini sono scaturite da una verifica fiscale nei confronti di una ditta individuale dell’autotrasporto che ha consentito di accertare redditi sottratti al fisco per un milione ed un’imposta Iva evasa per 250 mila euro.
Bisogna andare avanti? Forse non serve. Una delle tanti possibili risposte alla domanda iniziale è già venuta fuori.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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