Vanno avanti gli autotrasportatori che lavorano nel porto di Gioia Tauro. E la loro può essere definita una battaglia simbolica, il confine dal quale non indietreggiare: l’applicazione dei costi minimi di sicurezza. La partita, promossa dall’associazione Astra (aderente a Conftrasporto) e giocata contro gli spedizionieri, sembrava essersi sbloccata la scorsa settimana, quando era stato diramato un documento sottoscritto da tutte le parti. Poi invece lo stesso documento è stato disconosciuto dagli spedizionieri, facendo montare così la protesta dei trasportatori. Una protesta di legalità, argomentata – come hanno scritto loro stessi – dalla volontà di rispettare una legge dello Stato e di non incorrere in quelle sanzioni (quali la perdita dei benefici fiscali) previste per chi non la rispetta. Una protesta che, dopo aver conosciuto un primo momento caldo lo scorso 2 dicembre, adesso replicherà il 12 dicembre con una grande manifestazione e con un fermo delle attività di trasporto connesse all’attività portuale.
Intanto le case di spedizione hanno cercato di pacificare gli animi chiedendo un incontro con Astra per discutere delle nuove tariffe.
Dell’iniziativa è stato anche informato il ministro delle Infrastrutture Corrado Passera, tramite una lettera dell’Astra in cui vengono chiarite le ragioni dello stato di agitazione.
No dei committenti ai costi minimi: e i trasportatori di Gioia Tauro si fermano
-