In principio c’era l’intermodale. Poi è arrivato il multimodale. Quindi qualcuno ha cominciato a parlare di co-modale. Adesso, siamo giunti a un’altra parola magica: sincromodale. Cosa vuol dire? In pratica è la gestione delle diverse modalità di trasporto attraverso una combinazione strutturata, ottimale, puntuale, sincronica. La definizione è uno dei frutti maturati nel corso della conferenza finale del progetto Hinterport, organizzata dall’Interporto di Bologna, che è servita pure per mettere a fuoco i principali ostacoli esistenti rispetto alla creazione dei core network voluti dall’Unione europea, vale a dire l’integrazione perfetta dei centri propulsivi di traffico e di scambio modale come i porti e gli interporti.
La conferenza ha visto il contributo di esperti internazionali, rappresentativi del contesto portuale e di quello interportuale, che hanno reso possibile un animato confronto sulle trasformazioni in atto del trasporto merci via mare e sulle strategie conseguentemente adottate dalle Autorità portuali europee per le quali la penetrazione strutturata nell’entroterra logistico è adesso un elemento prioritario.
Il trasporto di domani? Sarà sincromodale
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