L’aumento dei costi è tale, che sembra che le organizzazioni di categoria si siano messe d’accordo per concentrarsi ognuna su una diversa voce. E così mentre ANITA strilla contro l’aumento dei premi assicurativi, minacciando denunce all’Antitrust, la CNA-Fita preoccupata da possibili rincari di un gasolio che è già 1,694 euro/litro ed è già aumentato in due anni (escludendo le accise) di 0,40 centesimi al litro, rilancia alcune proposte in grado di far respirare gli autotrasportatori quando effettuano un rifornimento.
La prima è quella della mensilizzazione dei rimborsi delle accise, anticipando in questo modo il recupero degli aumenti della tassazione che sono stati effettuati già a partire dallo scorso aprile e nei mesi successivi.
La seconda è di limitare il rimborso al solo conto terzi premiando quel trasporto merci su gomma che garantisce maggiori livelli di sostenibilità economico-ambientale e di sicurezza. Questa scelta, lasciando invariati i saldi di bilancio, permetterebbe anche di estendere il beneficio ad altre classi di carico al di sotto delle 7.5 tonnellate.
La terza è di spingere sulla liberalizzazione della distribuzione di carburante, che potrebbe garantire un contenimento del prezzo.
La nota della CNA-Fita si chiude ricordando di gasolio si sta confrontando anche con Confindustria e Confetra e che “a breve” sarà articolata una proposta affinché il caro gasolio (ma anche quello pedaggi e traghetti) “possa trovare soluzione concreta e condivisa”.
CNA-Fita: tre proposte contro il caro gasolio
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