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Ricorso TAR contro costi minimi: 12 associazioni e 15 imprese con Confindustria

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Vi avevamo preannunciato il ricorso al TAR del Lazio di Confindustria contro i costi minimi. Adesso emergono nuovi particolari. Innanzi tutto l’iniziativa non è solitaria, ma è appoggiata anche dall’Unione Petrolifera e da altre 12 associazioni industriali e da 15 aziende dei settori chimico, cartario e petrolifero. Più precisamente tra le associazioni compaiono Aitec, Ance, Anfia, Assocarta, Assografici, Assovetro, la Confederazione Italiana Armatori, Confindustria Ceramica, Federacciai, Federalimentare, Federchimica, Italmopa. Tra le imprese, invece, ci sono Eni, TotalErg, Tamoil e Shell Italia.
Il ricorso, presentato dallo studio legale Panunzio e Romano, chiede in particolare l’annullamento del provvedimento dell’Osservatorio sulle attività di autotrasporto del 2 novembre (ma intanto è stato pubblicato anche quello successivo del 14 dicembre) in quanto il meccanismo su cui poggia viola le norme sulla concorrenza che impediscono l’imposizione di tariffe minime. E da tale violazione, secondo i ricorrenti, deriverebbe un innalzamento “esorbitante” dei costi di trasporto. Una stima riportata in tal senso quantifica tale aumento dei costi in una percentuale del 40% rispetto al passato, mentre in termini assoluti uno studio del Centro Studi di Confindustria al riguardo parla di un incremento tra i 18 e i 24 miliardi. Inutile dire che le reazioni delle associazioni sono decisamente cruente.
Nel merito ovviamente ricordano che la quantificazione esorbitante elaborata da Confindustria non fa che dimostrare che fino a ieri il trasporto su gomma veniva pagato troppo poco, al punto da mettere a repentaglio la sicurezza stradale. Non piace inoltre tutto lo schieramento di associazioni e imprese accanto a Confindustria, tutte realtà che normalmente domandano trasporti e con le quali in molti casi si era nel tempo si erano definite piattaforme condivise che adesso rischiano di essere cancellate.
Sul piano politico, infine, il ricorso piomba come un macigno sulla trattativa tra governo e associazioni (iniziata il 22 dicembre) e rischia almeno in parte di comprometterla. Anche perché – se non si fosse capito – rispetto ai costi minimi di sicurezza l’autotrasporto non ha molta voglia di fare marcia indietro. Anzi…

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

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