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Via libera del Cipe all’Hub portuale di Trieste

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Via libera del Cipe al progetto definitivo dell’Hub portuale di Trieste e in particolare della piattaforma logistica tra lo scalo legnami e il punto franco oli minerali. Il Cipe ha inoltre stanziato un contributo di 2,9 milioni di euro all’anno per quindici anni. Il costo dello stralcio in questione è di 132,4 milioni di euro (di cui 30 milioni di fondi privati, 70,4 dell’autorità portuale e 32 milioni attivabili grazie all’assegnazione del finanziamento odierno da parte del Cipe). Il primo stralcio riguarda le attività finalizzate all’appalto delle opere di bonifica ambientale e di delimitazione della zona di colmata.
Grande soddisfazione all’interno dell’Autorità Portuale. Il presidente Marina Monassi ha definito la decisione del Cipe «un risultato importante e un’attenzione fondamentale da parte del Governo italiano che con questo atto considera il Porto di Trieste strategico per lo sviluppo economico del territorio». Per il porto di Trieste – ha proseguito Monassi – «inizia una nuova era di sviluppo, a ridosso dell’anno in cui il terminal contenitori ha fatto registrare un record storico (+50,12% le tonnellate trasportate nel settore contenitori), nell’anno in cui abbiamo avviato importanti azioni di rinnovamento infrastrutturale richieste dagli operatori portuali e iniziato un’azione di promozione dello scalo a livello mondiale». Progettazione esecutiva, procedure di gara e due anni di cantiere porteranno alla costruzione di una banchina di circa 380 metri e un’area utile di piazzale portuale di quasi 12 ettari, per complessivi 132 milioni di euro di investimento. Si tratterà di un nuovo terminal portuale la cui gestione verrà messa bando.
Anche la parlamentare del PD, Debora Serracchiani, ha commentato positivamente la notizia, anche se ha parlato di «un timido passo rispetto alla dotazione di infrastrutture di cui il Friuli Venezia Giulia ha estremo bisogno». «La boccata d’ossigeno al porto di Trieste non può farci dimenticare le altre partite decisive su cui si gioca il nostro futuro e su cui intendiamo fornire il nostro contributo, a partire – sottolinea Serracchiani – dalla questione ferroviaria, dall’alta capacità alle connessioni e colli di bottiglia: è evidente infatti che serve a poco rafforzare i porti se poi non si reperiscono risorse per la ferrovia».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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