Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneFinanza e mercatoFiat Industrial vola grazie a CNH, ma Iveco tiene il passo

Fiat Industrial vola grazie a CNH, ma Iveco tiene il passo

-

Il mercato dei camion, specialmente in Italia, subisce pesanti sofferenze. Ma Fiat Industrial sa come compensare questa difficile contingenza. Prova ne sia che nel secondo trimestre 2012 chiude con ricavi di 6,6 miliardi di euro (in crescita del 5,4%) e un utile incrementato del 19,1%, pari a 631 milioni di euro. Merito di CNH, che continua a marciare a gonfie vele, lasciando in cassa un utile di 481 milioni (100 in più del corrispondente periodo del 2011), ma merito pure della capacità anche degli altri brand della società di recuperare margini sulle vendite o di contenere fin dove possibili i costi.
FPT Industrial, per esempio, non soltanto racimola un utile di 38 milioni a fronte dei 24 del 2011, ma riesce soprattutto a far lievitare il margine sui ricavi da un esiguo 2,9% a un soddisfacente 4,9%.  
Analogo anche se più articolato il discorso per Iveco, ovviamente molto esposta al calo della domanda di truck. Prova ne sia che il costruttore di veicoli industriali genera ricavi per 2,3 miliardi di euro, in calo del 6,7% rispetto allo stesso periodo del 2011. In compenso l’utile rimane a 127 milioni, appena 8 in meno rispetto al 2011 e il margine sui ricavi tocca quota 5,6%, proseguendo il lento ma progressivo recupero di redditività intrapreso negli ultimi anni. Merito del contenimento di molti costi, ma anche di un più favorevole mix prodotto. Vediamolo nel complesso.
Iveco ha consegnato globalmente 34.507 veicoli (compresi bus e i veicoli speciali) con un decremento del 14,9% rispetto al secondo trimestre 2011. Ma a flettere sono più i leggeri e i medi (rispettivamente 17,3 e 29,4%) che i pesanti (-9,1%). In Europa Occidentale sono stati consegnati 19.682 veicoli (-20%), con cali in tutti i maggiori mercati: Germania -19,0%, Francia -11,9%, Spagna -11,5%, Italia -46,9% e Gran Bretagna -4,8%.
In America Latina è continuato il calo (-33%), mentre si è registrata una tendenza inversa in Europa Orientale, con un incremento del 14,9%, e nel Resto del Mondo (+26,1%).
Queste performance si sono maturate in condizioni di mercato molto critiche. In Europa Occidentale, nel trimestre, le immatricolazioni dei veicoli industriali con peso ≥3,5 ton, pari a circa 158.200 unità, hanno registrato una flessione del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2011. A eccezione di Gran Bretagna, Danimarca e Norvegia, che crescono nel complesso del 13%, gli altri mercati si contraggono (Germania -1,2% e Francia -7,3%) e, al sud del continente scivolano sempre più verso il basso, con cali del 36,4% in Italia e del 21,8% in Spagna.
Un discorso, questo, valido per ogni segmento di prodotto. I veicoli leggeri hanno subito una flessione del 5,9%, risultante di una dinamica negativa del Sud Europa (-34,3%) e di una complessiva tenuta dei rimanenti mercati (+0,3%).
I medi, dopo un primo trimestre stabile, ha subito nel secondo trimestre una flessione del 5,4%, nonostante il forte incremento realizzatosi in Gran Bretagna (+27,0%).
I pesanti ha registrato una contrazione dell’8,9%: la caduta nel Sud Europa è stata del 31,5%, mentre nel resto dell’Europa la flessione si è attestata al 5,1%. In Gran Bretagna, invece, la domanda è salita del 9,4%.
In America Latina la domanda complessiva di veicoli, pari a 49.900 unità, ha registrato una riduzione del 17,3% rispetto al secondo trimestre 2011, che aveva beneficiato delle forti anticipazioni di acquisto realizzatesi in Brasile collegate all’introduzione di nuove normative restrittive in termini di emissioni. Il segmento dei veicoli leggeri è calato dell’11,8%, quello dei medi del 13,2% e i pesanti hanno segnato una caduta del 32,1%.
Chiudiamo con le quote di mercato. Nel secondo trimestre 2012 la quota complessiva dei veicoli ≥3,5 ton in Europa Occidentale, si ferma all’11,0%, in calo di 1,3 punti rispetto al 2011 a causa della sfavorevole dinamica dei mercati in cui Iveco ha una presenza più consolidata. L’incremento della quota di mercato in Italia (+0,9%) e il mantenimento delle posizioni in Francia e in Gran Bretagna (-0,1%) non sono stati sufficienti a recuperare le flessioni registrate in Spagna (-0,9%) e in Germania (-1,3%).
La quota sui leggeri si è attestata all’11,3%, in calo di 1,9 punti percentuali a causa anche della minore richiesta delle versioni cabinate, punto di forza della gamma Iveco, destinate ai settori merceologici maggiormente in difficoltà, come l’edilizia.
La quota nei medi è stimata al 22,3%, grazie anche al +7,9 % toccato in Italia, con una quota del 70,4%, e al +5,3 incassato dalla Francia, con quota al 26,1%.
La quota dei pesanti arretra di uno 0.4% fino al 7,2% a causa essenzialmente della mancata tenuta sul mercato tedesco, che rappresenta oltre il 30% della domanda europea. Al contrario in Italia la penetrazione sale al 38% (con un + 8,4%), al 18,3% in Spagna (+1,4%) e al 7,7% in Francia (+0,2%).

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link