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Privatizzazioni dei trasporti imposte dalla crisi: le svendite del Portogallo

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Uno degli effetti più evidenti dell’attuale crisi è sicuramente la privatizzazione di molti comparti di trasporto gestiti fino a ieri dagli Stati nazionali. Una tendenza che ha visto molti paesi in difficoltà spogliarsi dei propri asset trasportatistici per assecondare le richieste delle istituzioni con cui avevano contratto debiti. Con una conseguenza quanto meno contraddittoria, visto che si va a vendere proprio quando il mercato è depresso. E quindi alla fine della fiera ci si ritrova ad aver incassato molto meno di quanto previsto e magari ad aver favorito un gruppo ristretto di società, le sole a disporre della liquidità necessaria a sostenere tali operazioni. Con disfunzioni evidenti del mercato che alla lunga produrranno conseguenze che toccheremo con mano tra qualche anno.
L’ultimo paese in ordine di tempo interessato da questa deriva è il Portogallo, costretto ad affrontare un piano di privatizzazione imposto nello scorso dicembre dalla trojka europea in cambio della concessione di un prestito. In questo piano rientra anche una delle ultime compagnie di bandiera, la TAP Air Portugal, controllata con una partecipazione importante dallo Stato, che nell’arco di un anno dovrebbe essere ceduta unitamente alla società che controlla gli scali aeroportuali (ANA).
Ma non sono gli unici casi. Già da diversi mesi è stato annunciata la privatizzazione di Carga CP, la società delle ferrovie di Stato, anche se – stando a quanto precisato dal ministro dei Trasporti Sergio Monteiro – questa operazione non dovrebbe allargarsi anche ai terminal ferroviari, per evitare che operatori legati a un futuro gestore degli stessi terminal potrebbero poi essere favoriti nelle dinamiche del mercato.
Altre società in odore di privatizzazione sono quelle attive nella produzione e vendita di energia (REN e EDP). 
In base alle stime dell’UE e del Fondo monetario internazionale il paese lusitano dovrebbe incassare 5,5 miliardi di euro. Fino a ieri, però, nelle casse portoghesi erano entrati poco meno della metà.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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