Diciamolo subito: la notizia va presa con le molle. Anche se almeno in parte è certa e ha un che di sensazionale: per la prima volta in una riunione che ha per oggetto l’autotrasporto è stata pronunciata la parola «euro 6».
Per la precisione il termine sarebbe venuto fuori, abbinato al sostantivo «veicoli», nella riunione dello scorso 12 dicembre in cui governo e associazioni di categoria dovevano stabilire la ripartizione dei 400 milioni che l’art. 23 del decreto legge 95/2012 (poi Legge 135/2012) concede all’autotrasporto. Ebbene 50 di questi 400 milioni sono stati indirizzati al sostegno di possibili investimenti degli operatori.
Ma quali sarebbero questi investimenti? Qui sta il punto: tra i possibili investimenti individuati nel corso della riunione si è fatto proprio riferimento all’acquisto di veicoli euro 6. E si capisce anche il perché. In questo modo infatti si potrebbe svecchiare il parco veicolare circolante (reso nuovamente più anziano dalla crisi), a renderlo molto meno inquinante e a mettere le imprese di autotrasporto in condizione di operare con strumenti tecnologicamente più avanzati ed efficienti.
La parola decisiva però – e questa è la parte ancora incerta – riguarda il decreto con cui dare attuazione a questa misura, che si prevede possa vedere la luce entro il prossimo febbraio.
Veicoli euro 6: possibile un incentivo all’acquisto
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