Bisogna fare i conti con l’Europa. Molte normative invigore in questo momento in Italia, infatti, trovano ispirazione diretta a Bruxelles. Eccoperché nel momento in cui vengono definite è importante avere qualcuno chefaccia valere anche le ragioni italiane, che rispetto ad alcuni argomentipotrebbero essere divergenti (e magari non isolate) in virtù di un differente contesto economico.
Liberalizzazione del cabotaggio: nel Consiglio UE vince la linea contraria, anche grazie all’Italia
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Prendiamoil cabotaggio. In Europa è convinzione della Commissione che debba essereliberalizzato. La pensano così molti paesi, Olanda in testa. Ma nell’ultimoConsiglio europeo dell’11 marzo questa posizione è stata fortementecontrastata. È stato in particolare il rappresentante polacco, parlando anche anome dei suoi colleghi di Repubblica ceca, Ungheria, e Slovacchia, a esprimere preoccupazione peruna revisione delle norme sul cabotaggio, volte a rimuovere le restrizioniattualmente esistenti. In più, lo stesso rappresentante polacco ha fattopresente della necessità che il Consiglio possa discutere approfonditamente sultema, avendo a disposizione una relazione richiesta alla Commissione, relativaalle condizioni dei mercati di autotrasporto all’interno dell’Unione europea.
Di fronte a questa presa di posizione Italia, Austria,Belgio,Danimarca e Francia hanno presentato una dichiarazione (doc. 7342/13) in cui si definisceprematura qualsiasi ipotesi di liberalizzazione del cabotaggio, mentre sivalutano opportune altre iniziative finalizzate in particolare a un’azionecomune sui controlli atti a far rispettare le normative sul lavoro.
Gli altri paesi, al contrario, si sono espressi a favore dellaliberalizzazione dell’autotrasporto in tutto e per tutto, in quanto la reputanoun passo essenziale verso la creazione di un mercato unico anche a livello ditrasporti.
Fatto sta che il commissario ai Trasporti, SiimKallas, dopo aver ascoltato le ragioni degli uni e degli altri si è fattoconvincere che non fosse il caso di procedere a testa bassa, ma che sianecessario, prima di arrivare ad attuare la liberalizzazione del cabotaggio, approfondirel’argomento.
Insomma,il fronte anti-liberalizzazione almeno per ora sembra aver rintuzzato gliattacchi. E questo è esattamente un esempio di come si possono far valere, anche alivello comunitario e magari trovando le giuste alleanze, interessi nazionali in grado di condizionare il lavoro e la sicurezza sulle nostre strade.