Si è aperta, a Bruxelles la Settimana mondiale per la sicurezza stradale promossa dall’ONU (6-13 maggio 2013). L’iniziativa, che è al suo secondo anno di vita, ha esordito ieri con l’incontro di esperti di sicurezza stradale e rappresentanti delle principali organizzazioni del settore che si sono riuniti al Centro conferenze Albert Borschett per discutere dei ruoli e dei rischi dei principali gruppi di utenti della strada, affrontare le questioni specifiche da risolvere per migliorare la sicurezza dei pedoni nelle aree urbane, presentare proposte di migliori pratiche e soluzioni concrete e realistiche che sfruttino il potenziale delle nuove tecnologie per salvare vite.
La conferenza è stata inaugurata da Siim Kallas, vicepresidente della Commissione responsabile dei trasporti e da un relatore principale del Parlamento europeo.
La strada è un campo di battaglia. Le ferite da incidenti di traffico uccidono quasi 350 persone al giorno (dati Asaps) più di 127.000 ogni anno nella regione europea monitorata dall’Organizzazione mondiale della sanità, più di 3.500 in Italia. Una nota positiva a casa nostra la possiamo registrare, infatti negli ultimi dieci anni il numero di vittime della strada è dimezzato; certo, non c’è da cantar vittoria perché il nostro era uno dei Paesi mondiali a più alto tasso d’incidentalità e i risultati sono arrivati solo dopo l’introduzione della patente a punti e una stretta sul codice della strada.
Altro problema che il nostro Paese sta in qualche modo affrontando è la l’assenza di dati e statistiche su quanti incidenti siano stati provocati dall’uso di alcol o droghe; a questo infatti ci ha pensato l’Istat che ha deciso di istituire, a novembre 2012, un gruppo di lavoro composto da ricercatori Istat, funzionari Aci, del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e delle forze dell’ordine per fare chiarezza sull’impatto che queste sostanze hanno sugli incidenti stradali. Una problematica legata a doppio filo alla proposta d’istituzione del reato di omicidio stradale per chi si mette alla guida consapevolmente alterato.
Le vittime della strada, poi, rappresentano un costo enorme, non solo a livello umano. Le stime mostrano che la perdita economica causata dagli incidenti di traffico ammonterebbe a circa il 2% del PIL, in spese sanitarie e rimborsi. Per l’Unione Europea, questo significa circa 180 miliardi di euro l’anno. Per questo l’Onu chiede che la Settimana della Sicurezza Stradale abbia un approccio concreto. L’utenza cosiddetta “debole”, detto altrimenti, i pedoni, sono quest’anno al cento della Settimana e molte amministrazioni pubbliche si stanno muovendo verso una riduzione della circolazione delle auto nelle vicinanze delle scuole, il miglioramento di passaggi pedonali critici, l’aumento dei controlli in alcune zone a rischio per i pedoni. Tra gli interventi a lungo temine c’è la riduzione della velocità attraverso le rotatorie, la progettazione d’interventi d’illuminazione delle strisce pedonali, l’introduzione delle zone a velocità ridotta a 30 Km/h, l’installazione di piste ciclabili e l’avvio nelle scuole corsi di educazione alla mobilità sostenibile.