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Porto Vecchio di Trieste guarda al futuro e studia Amburgo

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Il Porto Vecchio di Trieste a dispetto del nome è un’autentica star, in grado di rubare la vetrina dell’attualità sotto diversi angoli prospettici.
Come si ricorderà stiamo parlando di un’area che è stata al centro di una lunga diatriba giudiziaria conclusa con una sentenza del Tar per il Friuli Venezia dello scorso 15 luglio con cui è stato rigettato il ricorso di Portocittà, l’impresa di costruttori che voleva annullare la concessione e abbandonare il progetto del riuso del Porto Vecchio di Trieste, un’ex area portuale da 60 ettari fronte mare. Per la precisione la società aveva chiesto l’annullamento dell’atto di concessione dell’Autorità portuale lamentando la possibilità di agire nell’area a causa del regime di porto franco. Il Tar, al contrario, ha emesso una sorta di sentenza storica, nel senso che ha effettuato una ricostruzione dei fatti basata su trattati ed evoluzioni avvenute dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi, per arrivare a sostenere che il regime di porto franco limita esclusivamente la circolazione delle merci e che, comunque, può essere trasferito sulla base di un decreto del prefetto. E poi ha aggiunto che «un’eventuale riduzione della zona adibita a porto franco non inciderebbe sul suo regime demaniale, il quale per essere modificato richiede autonome e codificate procedure di sdemanializzazione».

30 settembre: un incontro del Propeller Club sui futuri sviluppi
Ovviamente non è questo il contesto per ripercorrere tutta la vicenda. Ma chi avesse interesse a conoscerne gli sviluppi futuri segnaliamo un incontro dal titolo «Porto Vecchio di Trieste: cosa c’è di nuovo? La sentenza del TAR n. 400 del 15.7.2013: nuove opportunità od altri vincoli?», in programma lunedì 30 Settembre alle 18.00, nella sala al pianterreno dell’Hotel Greif Maria Theresia di viale Miramare 109. L’incontro, organizzato dalla sezione di Trieste dell’International Propeller Club, vedrà la partecipazione del giudice del Consiglio di Stato Fulvio Rocco, che fornirà delucidazioni e commenti alla suddetta sentenza, prospettive e vincoli collegati, e gli imprenditori Pierluigi Maneschi e Federico Pacorini che riferiranno invece delle esperienze dirette relative agli investimenti nell’area del Porto Vecchio di Trieste tuttora soggetta al regime di Punto Franco.

E l’Autorità Portuale studia l’esperienza di Amburgo
E proprio in relazione ai possibili sviluppi dell’area del Porto Vecchio, fino al 27 settembre l’Autorità Portuale di Trieste in collaborazione con l’Istituto di Cultura Marittimo Portuale, ha organizzato un tavolo di lavoro per conoscere da vicino l’esperienza della HHLA Hamburger Speicherstadt Hafen und Logistik AG, la società che ha in gestione e affitta l’area dei magazzini storici della città di Amburgo, un patrimonio immobiliare di circa 300.000 mq che un tempo erano magazzini e oggi sono stati riconvertiti a spazi commerciali e uffici, a luoghi di incontro e di spettacolo particolarmente vitali, in una posizione assolutamente strategica e suggestiva della città, tra il centro ela crescente HafenCity. Insomma, un’occasione per capire le modalità con cui portare avanti il progetto di recupero dell’area triestina, che intende attingere ai fondi europei per i lavori di urbanizzazione e primo intervento necessari per attirare investimenti privati. 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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