Il Sistri è partito il 1° ottobre, ma sulla base di un decreto legge, il 101/2013 del 31 agosto, che entro il 30 ottobre va convertito in legge dal Parlamento. Questo significa che il sistema potrebbe essere ancora modificato, attraverso opportuni emendamenti. Possibilità che in effetti non è stata fatta cadere, tanto che al momento attuale la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha predisposto alcune modifiche all’art. 11 – che passeranno in aula già questa settimana – in cui si indicano i soggetti obbligati a seguire il sistema e, tra questi, compaiono anche le imprese che raccolgono o trasportano rifiuti speciali pericolosi a titolo professionale, compresi i vettori esteri che operano all’interno del mercato italiano o quelli che effettuano trasporti transfrontalieri in partenza dall’Italia. In pratica cioè si sta seguendo la stessa linea indicata in una circolare del ministero dell’Ambiente il giorno immediatamente precedente all’entrata in vigore della legge.
Un aspetto invece non presente nella circolare, ma molto richiesto dalle imprese riguarda le sanzioni. Nella circolare si ribadiva che si applicavano le sanzioni a partire dal 31° giorno successivo alla data di avvio dell’operatività del sistema, vale a dire dal 2 novembre 2013. Negli emendamenti presentati finora invece il tempo viene fatto slittare molto più avanti e mentre per i primi 30 giorni si parla di un semplice test, il “periodo non sanzionato” slitta fino al 31 dicembre 2013.
Altro contenuto importante riguarda i «non obbligati al Sistri» (o i risparmiati, sarebbe meglio dire) o quelli che non scelgono di aderirvi volontariamente, che conservano però l’onere di continuare a tenere registri e formulari già attualmente in uso e che ovviamente saranno soggetti alle medesime sanzioni. Anche se è anche previsto che, entro il 3 marzo 2014, l’intero impianto sanzionatorio legato a questo settore verrà completamente ripensato con un apposito decreto del ministro dell’Ambiente.