C’è crisi e questo lo sanno tutti. Ma non tutti la vivono allo stesso modo. Anzi, secondo una ricerca condotta da Confartigianato, tra il 2009 e il 2013 ci sono settori agonizzanti e altri interessati da un vero e proprio boom.
Tra i primi, purtroppo, compare l’autotrasporto e la cosa non stupisce: i consumi in caduta libera, l’aumento del prezzo del gasolio, la concorrenza sempre più agguerrita di vettori stranieri hanno zavorrato il settore, che ha visto andare a fondo ben 11.303 imprese, con una retrocessione percentuale del 10,9%.
Non è consolatorio, ma c’è un settore – l’edilizia – che è andato anche peggio: tra il 2009 e il 2013 le imprese perse sono state 17.209 (-12,7%) nel settore della costruzione edifici e altre 16.445 imprese (-3,7%) nel settore dei lavori specializzati di costruzione, con una diminuzione complessiva di 33.654 imprese. Anche qui le ragioni sono note: assottigliamento del mercato delle compravendite, aumento dei ritardi nei pagamento, rialzo dei tassi di interesse.
Andiamo invece a scoprire chi sta in cima a questa classifica, vale a dire quali settori hanno «vinto» la crisi. Molto bene, per esempio, sono andate le aziende «green», quelle aziende cioè legate alla cura del paesaggio e alla manutenzione di aree verdi, la cui crescita in termini assoluti è di 7.319 unità, il 23,1% in più.
In forte spolvero anche il settore della riparazione degli impianti industriali che ha guadagnato 5.074 nuove aziende, con una crescita del 36,2%. Rimane agganciato al terzo posto il mondo l’alimentazione, non soltanto quello legato alla produzione di alimenti, che ha visto generare 485 imprese artigiane in più, ma soprattutto quello attivo nei servizi di ristorazione, dove il numero di nuove imprese schizza a 4.079.
È molto interessante che, nel commentare questi dati, il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, abbia voluto focalizzarsi proprio sull’autotrasporto, per spiegare come se la crisi ha generato delle difficoltà, misure penalizzanti prese a livello statale rischiano di aggravarle.
Prova ne sia che l’autotrasporto – ha spiegato Merletti – «già colpito dalla crisi e dalla concorrenza sleale dei vettori stranieri, ora, in base alla legge di stabilità, si vedrebbe aumentare di 400 milioni il costo del gasolio per uso professionale. Gli imprenditori non vogliono piegarsi al pessimismo e si sforzano di innovare, investire in nuovi settori e intercettare le nuove tendenze del mercato. Ma chi guida il Paese ha il dovere di sostenerli, evitando di aggiungere all’impatto della crisi, gli effetti di provvedimenti penalizzanti».
Un invito che speriamo non cada nel vuoto…
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