Il musical nacque come un genere per evadere dai problemi quotidiani della crisi del 1929. Anche oggi per sfuggire alle difficoltà di una crisi drammaticamente lunga si creano notizie che trasportano in mondi lontani. Possibili, certo, ma comunque futuribili. Lo ha fatto qualche giorno fa Amazon, parlando di consegne tramite droni volanti, esattamente quando – notavano i maligni – in Germania montavano rumorose proteste all’interno dei suoi magazzini.
Con la stessa logica è uscito sul New York Times una notizia abbastanza curiosa, che parla di un progetto di Google di costruire dei robot in grado di trovare applicazione non soltanto nella produzione ma, si dice testualmente, anche nella logistica e in particolare nell’automazione dei processi elettronici.
A dare fondamento alla notizia è il fatto che la stessa Google ha già rilevato sette aziende specializzate nella robotica, che per promuovere lo sviluppo di questi robot dalle forme umane sarebbe stata creata un’apposita squadra e che a capeggiarla sarebbe niente-poco-di-meno-che Andy Rubin, vale a dire l’inventore di Android, il sistemo operativo per smartphone e tablet più utilizzato al mondo, che guarda caso proprio nello scorso marzo è stato sostituito a capo di Android, evidentemente per essere utilizzato in progetti di più lungo respiro.
Certo, il progetto è soltanto ai primi passi, ma lo stesso Rubin, rispondendo alle domande del NYT, ha invitato a non considerarlo così lontano: «Anche le vetture in grado di guidare senza conducente sembravano fantascienza quando abbiamo iniziato a lavorarci; oggi invece sono praticamente quasi realtà».