Da oltre 70 anni l’Unimog di Mercedes-Benz rappresenta il “Tyrannosaurus Rex” dell’off- road per veicoli industriali. Un mezzo capace di conquistare una schiera di fedeli appassionati in tutto il mondo, un po’ come la classe G – che quest’anno celebra il suo 40° anniversario – ha fatto nel settore delle autovetture.
Entrambi questi mezzi hanno dato prova della loro affidabilità, robustezza e longevità, come dimostrano, tra l’altro, i successi ottenuti al Rally Dakar e l’utilizzo anche a Hollywood in blockbuster come ‘Jurassic World’ e ‘Transformers: L’ultimo cavaliere’.
In particolare, l’Unimog – abbreviazione di Universal-Motorgerät ovvero veicolo universale a motore – è un vero e proprio ‘mulo’. In Francia è impiegato come veicolo antincendio per gli incendi boschivi, in Sicilia come ‘shuttle-bus’ per accompagnare i turisti sull’Etna e supporta anche la Deutsche Gesellschaft zur Rettung Schiffbrüchiger (Associazione tedesca di ricerca e soccorso in mare) come veicolo di soccorso. Le sue doti off-road e la sua affidabilità sono garantite dagli oltre 650 punti di assistenza Unimog presenti in più di 130 Paesi e i lettori della rivista specializzata ‘Off Road’ lo hanno eletto per ben 15 volte consecutive fuoristrada dell’anno nella categoria veicoli speciali.
UN PO’ DI STORIA – Nato nel 1946, Unimog fu concepito come ‘macchina multiuso a motore’ destinata all’agricoltura. La sua velocità massima di 50 km/h era il doppio di quella di un normale trattore agricolo e inoltre era fornito di assali smorzati e molleggiati; trazione integrale e bloccaggi dei differenziali all’anteriore e al posteriore; freni anche sull’assale anteriore; cabina di guida a due posti con capote chiusa e sedili imbottiti; superficie di carico ausiliaria sopra l’assale posteriore con una portata di 1 ton; ripartizione statica del peso di 2/3 sull’asse anteriore ed 1/3 sull’asse posteriore; possibilità di montare attrezzi sulla parte anteriore; posteriore ed al centro; prese di forza anteriore; centrale e posteriore e per attrezzi.
Dal giugno 1951 la produzione fu trasferita allo stabilimento per truck Daimler-Benz di Gaggenau, presso Baden. Nel 1955 l’avvento dell’Unimog S rappresentò la prima grande evoluzione di rilievo: propulsore sei cilindri a benzina da 2,2 litri con una potenza di 80 CV, che fu montato anche sulla 220 S, la berlina di lusso dell’epoca. La successiva Serie 416 del 1965 fu prodotta esclusivamente con motori diesel, vendendo in 24 anni di produzione 45.336 esemplari come veicoli per convogli umanitari, su rotaia in versione bimodale o anche come ambulanza. A questi si aggiunsero diverse varianti come motrice con semirimorchio o adattamenti per veicoli a tre assi e cingolati.
L’Unimog n.250.000 uscì dalle linee di montaggio già nel 1984; fino al 2002 furono prodotti a Gaggenau 320.748 esemplari ed a tutt’oggi è stata superata quota 350.000. Dal 2002 la produzione è concentrata a Wörth, nello stabilimento per veicoli industriali più grande a livello mondiale. Nel 2006 è stato inaugurato a Gaggenau un museo dedicato, in cui si può anche guidare il veicolo su un circuito di prova dedicato, con una pendenza del 100%.
L’UNIMOG OGGI – Attualmente esistono due varianti dell’Unimog fuoristrada, l’U 4023 con un peso totale ammesso di 10,3 ton e l’U 5023 con un peso totale ammesso di 14,3 ton. Le due cifre finali indicano la potenza di 231 CV (170 kW), sviluppata da un motore a quattro cilindri da 5,1 litri. Questi off-road sviluppano la bellezza di 900 Nm, costantemente disponibili tra 1.200 e 1.600 giri/min, che si aggiunge alla trazione integrale inseribile, al bloccaggio longitudinale e trasversale inseribile dei differenziali nonché alle otto marce avanti ed alle sei retromarce con rapporto fuoristrada. L’Unimog è in grado di superare salite con una pendenza fino a 45 gradi, pari al 100%, può inclinarsi fino a 38 gradi, che corrispondono a una posizione inclinata massima del 76% e vanta una profondità di guado massima di 1,20 m, grazie agli assi a portale di serie, che consentono di ottenere un’altezza libera dal suolo davvero notevole pari a 41 cm. Le ampie escursioni delle molle elicoidali permettono una torsione degli assali fino a 30 gradi. Un Unimog, pertanto, può trovarsi con la ruota anteriore sinistra sopra un masso e con la ruota anteriore destra in una buca, mantenendo comunque il contatto con il terreno con tutte e quattro le ruote. Un altro highlight concepito per la marcia in fuoristrada è l’impianto di regolazione della pressione pneumatici ‘Tirecontrol plus’: la pressione di gonfiaggio degli pneumatici adeguata viene selezionata, premendo un pulsante, in funzione della tipologia del terreno (strada, sabbia o percorso accidentato).
A SETTEMBRE PRIMO RADUNO MONDIALE IN ITALIA – Quest’anno è poi speciale per gli italiani che amano il re dei fuoristrada pesanti. L’Unimog Club Italia (UCI) ha infatti organizzato, per la prima volta in Italia, il Raduno mondiale Unimog. Patrocinato da Mercedes-Benz Italia, l’Unimog Jahrestreffen 2019 si svolgerà dal 13 al 15 settembre in località Somaggia, nel comune di Samolaco in provincia di Sondrio, nel cuore della Valchiavenna su di un’area di circa 35.000 mq. L’aspettativa sulla partecipazione è di 400-500 veicoli, con circa 800-1000 presenze.
Per questa speciale occasione, l’UCI ha organizzato alcuni percorsi esterni tra cui la visita al Centro Spaziale Lario che gestisce le comunicazioni con i satelliti in orbita geostazionaria, al museo dei Vigili del Fuoco di Chiavenna e ad alcuni tra i più suggestivi luoghi della zona.
(in allegato la locandina del raduno)