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Nuovo dietro-front per i carrelli elevatori su strada: adesso non bisogna immatricolarli

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Quando si dice la certezza del diritto… Dopo che per anni siamo stati convinti che i carrelli elevatori potessero circolare su strada senza immatricolazione, sulla base di un’autorizzazione della motorizzazione, dopo che all’improvviso qualcuno si è accorto che in realtà nella legge di riferimento c’era un pasticcio e che quindi i carrelli per circolare su strada avevano bisogno di essere immatricolati e targati, oltre che sottoposti alla verifica dell’idoneità alla circolazione, adesso, dopo circa 6 mesi, tutto torna al punto di partenza: i carrelli elevatori, che circolano su strada per brevi tragitti a vuoto o a carico, non vanno immatricolati.
Lo dice espressamente l’art 13 comma 12 del D.L. n. 145/2013 (ribattezzato «Destinazione Italia») e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 300 del 23 dicembre 2013. E nella relazione che accompagna il decreto qualcuno – appena svegliatosi – ha scritto che i carrelli è meglio non immatricolarli «per sottrarre a gravosi adempimenti tale particolare tipo di veicolo che, seppure così definito, è sostanzialmente una macchina da lavoro che circola su strada in maniera del tutto episodica, per tratti di brevità assoluta e in ambiti predefiniti, così da non costituire sostanziale pericolo o intralcio all’ordinaria circolazione».

Domanda: ma a tutti quelli che hanno seguito fino a oggi il flusso contraddittorio della normativa e magari hanno presentato istanza di collaudo per i propri carrelli, cosa gli raccontiamo?

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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