Una quarantina di collegamenti tra Vasto e Trieste per trasportare oltre 2.000 container per un valore di circa 5,1 milioni. È questo in sintesi il bilancio di un anno di attività del collegamento tra il porto di Punta Penna di Vasto con quello di Trieste. Un servizio feeder, attivato in collaborazione con Trieste Maritime Group e Maersk, azienda leader nel mondo, per consentire alle merci in arrivo nello scalo abruzzese di giungere in tutte le destinazioni raggiungibili dallo scalo giuliano, dall’Egitto alla Turchia, dall’India alla Cina. In servizio giudicato utile perché in Abruzzo mancano dei porti container e quindi chi aveva necessità in tal senso doveva per forza indirizzarsi su altre aree. E tra i principali utilizzatori del porto di Vasto compare anche la Sevel Sud, che sfrutta il collegamento con Trieste per spedire i van prodotti a Castel di Sangro verso l’Ucraina, la Turchia e Capodistria.
Tutto questo viene giudicato positivamente anche a Trieste. «Il porto di Vasto è diventato un pezzo della nostra banchina – ha detto Marco Zollia, responsabile marketing della Trieste Marine Terminal – e, oltre al servizio offerto alle aziende, mi piace sottolineare i benefici ambientali conseguiti, evitando il transito di oltre mille camion sulla lunga distanza, per un totale di 270mila chilometri stradali di percorrenza evitata. Per non parlare delle minori emissioni in atmosfera, con oltre 200mila chilogrammi di CO2 e una sensibile riduzione di particolato e ossido di azoto. Ai minori costi di trasporto si è associato un maggiore introito per le tasse portuali e i diritti doganali riscossi. Ma la cosa che più conta è che la merce del territorio fa scalo nel porto del territorio, con indubbi vantaggi per le aziende e una maggiore flessibilità nella logistica. Il prossimo anno cercheremo in tutti i modi di favorire un incremento del traffico export, anche puntando su connessioni intermodali con alcune nazioni del Nord e dell’Est Europa».