Si chiama contributo di funzionamento. In pratica è ua piccolo balzello che serve a far funzionare la burocrazia. Virtuale o cartacea che sia. Volete un esempio? Il contributo di funzionamento per il Sistri, da pagare entro il 30 aprile. Ma l’elenco potrebbe conitnuare a lungo, arricchito proprio in questi giorni da uno nuovo. Potrebbe essere accomunato al Sistri perché in pratica «tende la mano» ancora prima di cominciare a lavorare in maniera concreta. Facciamo riferimento alla neonata Autorità dei Trasporti, che sta muovendo in queste settimane i primi passi e, sempre entro il 30 aprile richiede di versare il contributo.
Per la precisione il contributo è dovuto dalle imprese operanti nel settore dei trasporti con il fatturato risultante dall’ultimo bilancio approvato superiore a 80 milioni. Il contributo, pari allo 0,4 per mille del valore del fatturato, va versato tramite bonifico bancario sul conto corrente intestato all’Autorità di regolazione dei trasporti presso Banca Nazionale del Lavoro – via Salaria, 228 Agenzia 6339 (ag. 9) Roma IBAN: IT83Y0100503239000000001020. In sede di versamento, nella causale dovranno essere specificate: la dicitura (“CONTRIBUTO TRASPORTI ANNO 2014”) e ragione sociale e la partita IVA/codice fiscale del soggetto obbligato al versamento. Sono esenti dal versamento le imprese in liquidazione o soggette a procedure concorsuali secondo la normativa vigente. Le imprese che hanno effettuato il pagamento e quelle che fatturano più di 50 milioni dovranno comunicare all’Autorità alcune notizie aziendali entro il 31 luglio 2014 mediante modalità e modello disponibili nell’Area riservata dopo essersi accreditati.
Tutto questo ha infastidito non poco il presidente di Confetra Nereo Marcucci (nella foto), il quale «dalla neo costituita Autorità di Trasporti si aspettava maggiori tutele in tema di trasparenza e di concorrenza relativamente ad alcuni comparti strategici quali quelli ferroviario e delle concessioni autostradali».E invece, «il primo atto tangibile dell’Autorità – tocca constatare – è la richiesta del contributo per il funzionamento per le imprese della logistica».
Da cosa deriva il fastidio di Marcucci? Innanzi tutto, fa notare il presidente di Confetra, c-è un dubbio di «legittimità, visto che i soggetti chiamati a pagare per legge dovrebbero essere solo “i gestori delle infrastrutture e dei servizi regolati”».
E poi, c’è la questione del quantum. «Si tratta di uno “zero virgola” da applicare sui fatturati che per il solo settore della logistica rappresentato da Confetra – annota Marcuzzi – dovrebbe gravare per decine di milioni di euro e che si somma agli altri “zero virgola” da versare nel pozzo senza fondo delle Camere di Commercio, dell’Autorità Antitrust, dell’Agenzia di Regolamentazione del Settore Postale, dell’Albo degli Autotrasportatori, ecc. ecc».
Difficile dargli torto.