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L’UE disegna il camion del futuro: no ai megatrucks, sì al profilo aerodinamico della cabina

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Megacamion da 25 metri e 60 tonnellate? Il Parlamento europeo boccia l’ipotesi di utilizzarli in trasporti transfrontalieri da introdurre nella direttiva relativa ai pesi e alle dimensioni massime dei veicoli stradali. Questi veicoli, infatti, sono stati finora utilizzati soltanto in Scandinavia e, in via sperimentale, nei Paesi Bassi e nella Germania. Ma il Parlamento comunitario, come ha commentato l’eurodeputato S&D, Jörg Leichtfried , ha valutato che «questi enormi camion sono una minaccia per la sicurezza stradale e anche per l’ambiente, senza considerare i costi di manutenzione delle infrastrutture in tutta Europa» rispetto ai quali comunque la Commissione europea condurrà uno studio dettagliato entro il 2016. 

Anche se giustamente il Parlamento ha pensato di armonizzare la lunghezza dei veicoli a livello comunitario a 20,75 metri, superando così quelle difformità attualmente esistenti nelle normative dei diversi paesi, e di consentire il raggiungimento delle 44 ton nelle tratte terminali del trasporto combinato con veicoli a motore, a due o a tre assi.
Ovviamente il Parlamento non contesta l’obiettivo finale, quello cioè di ridurre i gas serra del 20% entro il 2020 e del 50% entro il 2050, ma si giudica molto più utile per raggiungerlo battere la strada di allungare le cabine e i componenti aerodinamici posteriori, la cui misura è stata fissata a 500 mm, così da migliorare contenere i consumi.

In più, si parla specificatamente dell’opportunità di incentivare i veicoli a propulsione elettrica o ibrida e di adottare strumenti di pesatura a bordo per evitare sovraccarichi.

Inoltre il nuovo profilo della cabina viene giudicato anche efficace per migliorare il campo di visibilità dei conducenti, in particolare riducendo gli angoli ciechi intorno alla cabina, e per ridurre al minimo il rischio di investire gli utenti della strada vulnerabili, in particolare pedoni e ciclisti. Il nuovo profilo comprenderà anche strutture di assorbimento di energia per proteggere il conducente in caso di collisione. Dopo un periodo transitorio di sette anni questa nuova cabina diventerà obbligatoria insieme all’ entrata in vigore della direttiva

La decisione del Parlamento ha incontrato il favore di Anita. Molte delle proposte avanzate dall’associazione delle aziende di autotrasporto più strutturate aderenti a Confindustria, infatti, sono state prese in considerazione. In particolare, quella che mirava ad allungare la tempistica per la messa in esercizio delle nuove strumentazioni aerodinamiche e delle nuove cabine, a estendere la tolleranza ai pesi e all’altezza nei trasporti internazionali e a fornire un’unica definizione di «unità di trasporto intermodale». Ecco perché il presidente Eleuterio Arcese si è detto «pienamente soddisfatto» in quanto «il nostro impegno di consulenza tecnica è stato premiato: questo risultato rappresenta una spinta verso il trasporto intermodale, ritenuto dalle aziende di Anita una possibile soluzione ai tanti problemi del trasporto merci su gomma”.

Arcese si è anche augurato che «il testo, così come è stato presentato e licenziato in prima lettura, non subisca modifiche durante l’iter legislativo».

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