È partito dal porto del Pireo il primo treno-container diretto a Praga, dove giungerà dopo aver attraversato Macedonia, Serbia e Croazia in 26 ore. A volerlo, in collaborazione con le Ferrovie Serbe, è stata la Cosco, la società di Hong Kong che gestisce i due espansivi terminal del Pireo. Attualmente il servizio ha cadenza settimanale, ma il colosso cinese ha intenzione di farlo diventare in breve giornaliero, in modo da arrivare a muovere lungo la tratta circa 700 mila container. E le Ferrovie Serbe, che evidentemente hanno fiutato un inatteso affare, stanno facendo di tutto per renderlo possibile, a partire dalla velocizzazione del transito del treno nella stessa Serbia. Prova ne sia che il treno Pireo-Praga impiega per attraversare il suolo serbo 8 ore in meno rispetto a un normale convoglio merci.
Ovviamente si tratta di una mossa strategica: per far giungere in Centro Europa merci provenienti dall’Asia il porto del Pireo è decisamente scomodo. Tanto vale salire fino a Trieste o comunque in quella fascia alto-adriatica che tradizionalmente è il mare di sbocco dell’Europa continentale. Però con una ferrovia di questo tipo il problema viene aggirato e anche i tempi di trasferimento diventano molto più corti.
Non stupisce, allora, che lo scalo greco stia vivendo una stagione euforica. Spinto in avanti dalla crescente mole degli investimenti di Cosco (600 milioni per il collegamento ferroviario e 750 milioni per nuove infrastrutture portuali), il porto del Pireo è quello che nel Mediterraneo cresce di più. Lo scorso anno ha tagliato il traguardo dei 3,16 milioni di teu. Sono tanti? Se si guarda ai porti del mare del Nord, forse ancora no. Ma se si guarda agli scali adriatici (che ancora vedono da lontano il tetto del milione) diventa una quota stellare. Anche perché è soltanto la metà della capacità massima che il Pireo dovrebbe raggiungere, vale a dire 6,2 milioni di teu.
Insomma, i porti dell’Alto Adriatico sono avvertiti: a questo punto, piuttosto che pungolarsi concorrenzialmente a vicenda, farebbero bene a cooperare. Peraltro uno strumento utile in tal senso esiste già: l’associazione dei porti dell’Alto Adriatico o Napa. Non rimane che utilizzarlo al meglio.