Piace alla CNA-Fita l’inserimento – voluto dalla legge di conversione del decreto Sblocca Italia – tra i requisiti necessari per iscrivere e mantenere iscritta un’impresa di autotrasporto all’Albo nazionale, anche dell’informativa antimafia, collegata alla certificazione di onorabilità. Una norma di cui Cinzia Franchini rivendica la paternità, visto che la sua associazione l’aveva avanzata come proposta già due anni fa con un doppio scopo: bonificare il mercato dalle imprese soggette a infiltrazioni malavitose e «recuperare nuovi strumenti al fine di impedire anche l’erogazione dei contributi pubblici alle stesse imprese infiltrate pure attraverso strutture di servizio da esse manovrate».
«Oggi a partire da questo risultato – ha concluso la presidente CNA-Fita – continueremo a lavorare affinché l’amministrazione del Ministero dei Trasporti traduca questo provvedimento in uno strumento utile a rivedere, tempestivamente, l’operatività sul mercato delle imprese infiltrate e l’erogazione di qualsiasi contributo pubblico per formazione, pedaggi, recupero accise e quant’ altro a carico dell’azienda interdetta fino al chiarimento di legge successivo».
Ovviamente Franchini non pensa che soltanto con un provvedimento si possa dare soluzione a tutti i problemi, ma ritiene che possa essere comunque un punto di partenza «che rompe il silenzio assordante che ha caratterizzato il dibattito sul settore negli ultimi dieci anni sui temi dell’illegalità e del contrasto alle infiltrazioni malavitose».