Decisamente la riduzione del traffico dei veicoli diesel è un obiettivo che piace molto ai politici e amministratori. In questa tendenza generale un posto di rilievo sul banco degli imputati l’hanno i veicoli commerciali leggeri, protagonisti quasi esclusivi delle attività di distribuzione all’interno delle città.
Recentemente il sindaco di Parigi ha annunciato il suo proposito di eliminare i veicoli inquinanti (e tutti hanno pensato appunto ai diesel, cominciando da quelli più vecchi). Ora altre notizie in sintonia con questa tendenza arrivano dalla Germania, dove non si parla di divieti o limitazioni ma di miglioramento degli scarichi e di spostamento dei traffici dai veicoli diesel a quelli elettrici.
Un paio di settimane fa è stata infatti lanciata l’iniziativa di introdurre un contributo pubblico per l’installazione del filtro antiparticolato per i veicoli che non ne sono provvisti. Per quanto riguarda l’obiettivo del passaggio all’elettrico, c’è invece un’idea nuova e originale: consentire a chi ha la normale patente B (quella per autovetture che consente anche di guidare i van fino a 3,5 tonnellate) di mettersi al volante di mezzi fino a 4,25 tonnellate, purché siano a trazione elettrica.
L’iniziativa ha due obiettivi. Il primo è quello di sollecitare le case costruttrici a impegnarsi di più nella produzione di veicoli commerciali a motore elettrico, dall’altra invogliare le aziende a dotarsi di mezzi elettrici con la possibilità offerta di non perdere capacità di carico ma, anzi, forse aumentarla; e ciò senza dover sostenere costi aggiuntivi per far conseguire ai propri autisti il corso per la patente di livello superiore.
Un’idea che può sembrare un po’ contorta ma va tenuto conto che spesso a riuscire nei cambiamenti sono le misure meno immediate, che creano presupposti favorevoli a cambiare le abitudini, come appunto vuole essere e potrebbe essere, la proposta in questione.
E poi va anche sottolineato che la proposta non è di un herr Scmidt qualsiasi, ma niente meno che del ministro tedesco dei trasporti Alexander Dobrindt, il quale ha messo a punto l’idea partendo dalla considerazione che i van a motore elettrico hanno un sistema di trazione più pesante rispetto a quello dei veicoli con motore termico, ciò per il peso delle batterie. Con l’innalzamento della soglia di guidabilità per i mezzi elettrici a 4,250 tonnellate di massa totale a terra, questa perdita di possibilità di lavoro non ci sarebbe più e le aziende non sarebbero obbligate a far prendere la patente C ai propri autisti.
Insomma, una proposta i cui sviluppi saranno da seguire.
Patente “maxi” per incentivare i van elettrici?
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