Fumata nera per gli autotrasportatori dell’Ilva di Taranto. L’incontro della scorsa settimana tra il ministro Lupi, le associazioni di categoria e i commissari dell’Ilva, accompagnato dall’approvazione del Senato di alcuni provvedimenti a favore delle aziende di trasporto che vantano crediti verso l’industria siderurgica, ha completamente alcuni vettori ma non tutti. In molti, infatti, mantengono il blocco dei cancelli a Taranto, Marghera e Novi Ligure.
In un comunicato stampa la SNA Casartigiani pugliesi, parlando a nome del Coordinamento degli Autotrasportatori ILVA di Taranto, precisa che gli accordi presi in sede di vertice “prevedevano l’inserimento del settore autotrasporto nei creditori prededucibili. Nello specifico, all’interno della relazione tecnica allegata al maxi-emendamento 1.700 presentato dal Governo, era stato concordato di considerare strategico l’autotrasporto di materie prime e finite, in modo da garantire la prededucibilità dei propri crediti”.
Ma a tutt’oggi il testo integrale dell’emendamento e della relazione tecnica non contengono la parola autotrasporto. “Tutto questo – continua il comunicato – preoccupa la categoria che ritiene che di fatto il settimo decreto non tuteli affatto l’intero comparto, ma lasci a libera interpretazione del giudice fallimentare l’individuazione delle aziende strategiche”.
Nel pomeriggio di mercoledì 25 febbraio i commissari straordinari dell’Ilva – Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba – incontreranno nuovamente gli autotrasportatori per discutere del pagamento dei crediti pregressi e delle modalità di remunerazione dei futuri servizi di autotrasporto. I vettori chiedono, in pratica, che si metta nero su bianco la promessa di pagare in anticipo una parte consistente delle nuove fatture (l’80% nei primi tre mesi e il 60% nei successivi). In caso non si trovasse una soluzione, gli accessi agli stabilimenti verrebbero nuovamente bloccati, con interruzione totale dei rifornimenti, ed è prevista pure una manifestazione di protesta a Roma.