Dopo il grave incidente che si è verificato la scorsa settimana sulla A3 e che ha costretto l’Anas a disporre diverse chiusure e deviazioni lungo una direttrice fondamentale in direzione sud-nord, l’autotrasporto siciliano sta accumulando gravi ritardi nelle consegne di merci e così rischia di vedersi cancellata una lunga serie di commesse. Proprio per questo l’Aitras chiede un incontro urgente con il ministro Lupi per trovare una situazione al problema. Tutto è scaturito per la precisione – come racconta una nota dell’associazione presieduta da Salvatore Bella – nel pomeriggio di lunedì 2 marzo, a seguito di un grave incidente sul viadotto Italia, nell’ambito del macrolotto 3.2 della Salerno-Reggio Calabria. Durante i lavori per la demolizione di questo ponte (uno dei più alti d’Europa) è crollata una campata, trascinando con sé Miholca Adrian, un operaio dell’impresa Nitrex. Così l’Anas ha chiuso la circolazione dei veicoli tra gli svincoli di Laino Borgo e Mormanno, deviando tutto il traffico (anche quello leggero) sulla Statale 585 e la Statale 18, con rientro in A3 allo svincolo di Falerna e uscita obbligatoria in direzione Sud allo svincolo di Lagonegro Nord (al km 123,300). In direzione nord c’è l’uscita obbligatoria allo svincolo di Sibari, con percorso alternativo sulla Statale 106 in direzione Taranto. In un altro tratto dell’A3, l’Anas ha chiuso ai soli mezzi pesanti il tratto tra Rogliano e Altilia Grimaldi per urgenti verifiche tecniche al viadotto Stupino. I camion, in direzione nord, vengono deviati provvisoriamente all’uscita di Falerna e possono rientrare in A3 allo svincolo di Cosenza Nord.
È normale che dall’insieme di tutti questi eventi non si creassero enormi disagi agli autotrasportatori siciliani, «costretti a ritardare di ben 8 ore le consegne dell’ortofrutta a causa delle deviazioni». Senza considerare – sottolinea l’Aitras – «il rischio elevato di collisione tra tir che viaggiano in direzione opposta sulle strade statali su cui è stato deviato il traffico che sono strette e molto pericolose».
Ma ovviamente il danno maggiore, come si diceva, riguarda i ritardi nelle consegne, che arrivano anche a due giorni e che mettono a rischio i rapporti con la committenza, a maggior ragione in un periodo estremamente delicato, quello cioè in cui «tonnellate di primizie ormai pronte alla commercializzazione rischiano di rimanere sulle piante». Secondo l’Aitras «l’unica alternativa percorribile sarebbero le autostrade del mare che, dopo l’abrogazione del bonus ambientale, sono battute sempre meno a causa dell’elevato costo della polizza d’imbarco». Come uscire da questo impasse? L’autotrasporto siciliano da solo fatica a trovare una soluzione. Spera che il governo voglia aiutarlo. In fretta, possibilmente.