Affonda l’autotrasporto italiano e affonda in particolare quello artigiano. I dati riferiti al primo trimestre 2016, elaborati da Confartigianato Imprese di Macerata, evidenzia su un totale 96.125, il 59,5%, vale a dire 57.179 sono di natura artigiana. Se si vanno a comparare questi dati con quelli registrati tre anni fa, si scopre che in questo lasso di tempo sono sparite più di 10.000 imprese (erano 106.726) e che a subire un vero e proprio tracollo sono state quelle che dispongono da uno a cinque veicoli, visto che allora erano 80.141.
Ma dai dati di Confartigianato Imprese emerge preoccupazione soprattutto perché la moria non si è ancora arrestata. Prova ne sia che se si guardano i dati dello scorso anno ci si accorge che, anche in un lasso di tempo caratterizzato da un andamento economico sicuramente migliore, la flessione del numero di imprese artigiane è stata del 4,6%, vale a dire più che doppia rispetto al -2,2% registrato rispetto al complesso delle imprese.
Per il resto lo studio si concentra soprattutto sulle Marche, regione che come presenza di imprese artigiane è al secondo posto in Italia. Anche i dati marchigiani confermano l’andamento generale, perché se le 3.456 imprese esistenti sono diminuite del 2,2% rispetto al primo trimestre 2015, le 2.634, corrispondenti al 76,2% del totale imprese, sono diminuite del 4,0%.
Come interpretare questi numeri? La prima giustificazione è chiaramente riferita alla crisi economica e in particolare della produzione manifatturiera, che ha fatto scendere la domanda di trasporto merci di oltre il 10%. Ma per giustificare il fatto che le imprese continuino a diminuire, malgrado l’economia riparta, Confartigianato Imprese tira in ballo altri dati. Un indice del fenomeno emerge in particolare dal traffico autostradale dei veicoli pesanti, cresciuto nell’ultimo anno del 3,8%, affiancato da un incremento delle importazioni del 4% e delle esportazioni del 2,3%. Eppure nello stesso arco di tempo è aumentato soprattutto il traffico di veicoli di imprese di autotrasporto straniere. Per la precisione dai dati emerge che i veicoli provenienti da 10 paesi considerati competitor dell’Italia in termini di autotrasporto (vale a dire Polonia, Romania, Turchia, Repubblica ceca, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria, Slovenia, Serbia e Ucraina) hanno fatto segnare una crescita del 9,4%. E tutto lascia presupporre che siano proprio le imprese di questi paesi a creare la concorrenza più sofferta dai nostri trasportatori artigiani, che non reggono il confronto soprattutto in termini di costi.