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Parere durissimo dell’Antitrust: «disapplicate i costi minimi dell’autotrasporto»

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Sembra un film già visto e che quindi quasi non appassiona più. Eppure continua a essere riproposto, perché a qualcuno evidentemente è gradito. Parliamo di un parere, a firma del presidente Giovanni Pitruzzella, che l’Antitrust ha inviato al Ministero (più precisamente al direttore della Direzione per il Trasporto Stradale, Enrico Finocchi), con cui viene fortemente criticato l’impianto dei costi minimi e addirittura si arriva a giudicarlo in contrasto con la normativa comunitaria e come tale disapplicabile.
In particolare secondo l’Antitrust le determinazioni dell’Osservatorio che fissano i costi minimi «risultano in contrasto con principi e disposizioni di tutela della concorrenza», in quanto «dispongono un’artificiosa fissazione dei prezzi minimi per le attività di autotrasporto che … corrispondono di fatto all’introduzione di tariffe obbligatorie sull’intero territorio nazionale».
Inoltre, viene sollevata perplessità sul fatto che i costi minimi possano rappresentare «uno strumento idoneo a garantire standard qualitativi e di sicurezza nella fornitura dei servizi di autotrasporto, limitandosi a irrigidire e sottrarre alla libera contrattazione delle parti una serie significativa di condizioni contrattuali».
Di seguito viene messa in dubbio anche la legittimità dell’Osservatorio, organo – si dice – la cui «composizione risulta caratterizzata dall’ampia presenza di rappresentanti di associazioni di categoria» suscitando perplessità «pure per quanto riguarda i rischi di un più ampio coordinamento di settore». Rischi che l’Antitrust, evidentemente anche in vista della nomina di un’Authority, intende valutare e per questo richiede all’Osservatorio stesso la produzione di tutti gli atti finora adottati e una dettagliata esplicitazione dei rapporti con la Consulta.
Ma sono veramente forti le conclusioni cui giunge l’Antitrust, quando cioè sentenzia che le determinazioni dell’Osservatorio sono basate su una normativa che risulta in contrasto con i principi fondamentali della disciplina comunitaria, e quindi disapplicabile. E addirittura invita le amministrazioni competenti, «sui quali grava l’obbligo di disapplicazione, a porre in essere le misure ritenute più opportune e adeguate a ripristinare corrette dinamiche concorrenziali». E in tal senso ricorda che tali amministrazioni hanno 60 giorni di tempo per comunicare alla stessa Antitrust tali misure.
Parole durissime alle quali, dal sito di Conftrasporto ha risposto il presidente Paolo Uggè, sottolineando come l’Antitrust abbia «pedissequamente fatto proprie le tesi sostenute dalla committenza. Una vera entrata a gamba tesa che richiederà una decisa presa di posizione da parte delle organizzazioni dell’Unatras».
Insomma, tutto lascia presupporre, che almeno fino alla sentenza del TAR sui ricorsi presentati dalla committenza contro i costi minimi, ci sarà ancora un’aspra battaglia.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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