Sono i costi minimi a violare la libera concorrenza? Non sembra. E soprattutto in Italia c’è altro di cui preoccuparsi. Perché violazioni al corretto andamento del mercato esistono e per fortuna cominciano a essere punite. Ecco due esempi. La prima. L’Antitrust ha sanzionato per oltre quattro milioni di euro Assagenti, associazione degli spedizionieri di Genova, e 15 agenzie marittime coinvolte in una “intesa restrittiva della concorrenza”. Insomma, un cartello che attuavano da cinque anni (da febbraio 2004 fino alla fine del 2009). Per la precisione Assagenti viene colpita con 81.958 euro, Spediporto con 81.657 euro, Agenzia Le Navi 322.753 euro, Agenzia Prosper 43.397 euro, APL Italia Agencies 115.146 euro, China Shipping Italy Agency 152.888 euro, CMA CGM Italy 895.789 euro, Coscon Italy 731.478 euro, CSA 107.879 euro, Gastaldi & C. 25.232 euro, Hapag Lloyd Italy 243.678, K-Line Italia 435.247 euro, Medmar 98.386 euro, Paolo Scerni 3.456 euro, Thoss Car & Son 4.089 euro, Yang Ming Italy 477.188 euro e ZIM Italia 287.516 euro. Maersk Italia non riceve sanzioni proprio per aver sostenuto l’indagine, mentre Hapag Lloyd ottiene un dimezzamento della pena per aver fornito prove documentali utili. La seconda. Il Tribunale Amministrativo del Lazio ha confermato la multa inflitta dall’Antitrust a 18 aziende che avevano realizzato un altro cartello nel settore delle spedizioni internazionali per una sanzione complessiva di 76 milioni di euro. Alla sanzione avevano fatto ricorso le aziende sanzionate, ma di fatto il TAR gli ha dato torto, riconoscendo soltanto che rispetto ad alcune di esse il calcolo della sanzione è stato fatto in maniera non corretta e quindi va rideterminato.