Il camion era di una società di autotrasporto ungherese, ma l’autista alla guida era un lituano di 55 anni. E lo scorso sabato, intorno a mezzogiorno, è stato notato da una pattuglia della polizia stradale di Amaro lungo la A23, in direzione Tarvisio, perché all’interno della galleria del Lago viaggiava oltre il limite di velocità consentito di 24 km/h. A quel punto gli agenti hanno intimato all’autista di seguirli fino all’uscita di Carnia. E lì hanno effettuati i controlli complessivi. In realtà, hanno iniziato subito con l’alcoltest e già lì qualcosa non andava, perché invece di «zero» la percentuale di alcol presente nel sangue risultava 1,12 g/l. A quel punto, oltre a fargli un verbale per il superamento del limite di velocità, scattava la denuncia per guida in stato di ebbrezza, il ritiro della patente e una sanzione non resa pubblica. Anche se, visto il risultato dell’alcoltest, con il tasso alcolemico compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, sappiamo che non può essere inferiore a 1.066 euro e può arrivare a 4.800 euro. Mentre la sospensione della patente va dagli 8 ai 18 mesi.
Ed è stato anche fortunato, perché se il tasso alcolemico fosse stato appena appena superiore, vale a dire sopra a 1,5 grammi per litro, la multa poteva andare da 2.000 a 9.000 euro, ma soprattutto avrebbe comportato anche in più l’arresto per un periodo che va dagli 8 ai 18 mesi.
Sono migliorate lo scorso anno le performance operative e i fatturati dei 13 principali terminal portuali italiani. Secondo la ricerca del Centro Studi Fedespedi «I Terminal container in Italia: un’analisi economico-finanziaria», le società di gestione dei principali scali marittimi della nostra Penisola hanno avuto lo scorso anno un andamento economico-finanziario generalmente positivo. Più nello specifico, nei 13 terminal analizzati i Teu movimentati nel 2021 sono stati complessivamente 8,878 milioni, quasi il 79% del totale italiano (11,296 milioni), con una crescita complessiva dell’1,3% rispetto al 2020. l container da 20×8×8 piedi sono stati movimentati su una superficie totale di 5,121 milioni di mq, avvalendosi di 92 gru da banchina.
In termini di percentuali, le migliori performance le hanno ottenute i terminal di La Spezia – Terminal del Golfo (+21,2%), e La Spezia Container Terminal (+16,9%) – e il Terminal Container di Ravenna (+11,9%). Il primo porto container a livello nazionale, Genova, è salito anch’esso, ma in modo più contenuto (+6,4% al Sech e +4,9% a Voltri). In flessione, invece, le movimentazioni a Salerno (-18,3%), Venezia (-14,2%) e Civitavecchia (-10,3%).
Dal punto di vista economico-finanziario, la ripresa del mercato e dei traffici nel 2021 hanno giovato alle società terminalistiche, che hanno realizzato complessivamente un fatturato di 768,3 milioni di euro, con un valore aggiunto di 430 milioni di euro e un risultato finale di 94,9 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente (679,2 milioni di euro), il fatturato complessivo è dunque aumentato del 13,1%. Tutte le società hanno chiuso positivamente il bilancio con utili in calo solo ad Ancona, Civitavecchia e Salerno (nel complesso gli utili sono cresciuti del 70,9%). I risultati migliori in termini di fatturato seguono i risultati delle performance operative, con La Spezia che registra al Terminal del Golfo +35,1% e a La Spezia Container Terminal +23,4%. Segno negativo, invece, ad Ancona (-5,2%) e Venezia (-7,7%).
I 13 terminal
Ancona (Adriatic Container Terminal), Napoli (Co.Na.Te.Co), La Spezia (La Spezia Container Terminal e Terminal del Golfo), Gioia Tauro (Medcenter Container Terminal), Civitavecchia (Roma Terminal Container), Salerno (Salerno Container Terminal), Ravenna (Terminal Container Ravenna), Genova (Terminal Contenitori Porto di Genova e Voltri Terminal Europa), Livorno (Terminal Darsena Toscana), Trieste (Trieste marine Terminal) e Venezia (Venezia Container Terminal). In queste strutture operano in totale 4.264 dipendenti.
L’analisi di Fedespedi è disponibile sul loro sito nella sezione Centro Studi.
A quanto ammontano le accise per il gasolio professionale utilizzato dagli autotrasportatori? Domanda lecita, ma la risposta è complessa. Per chi non ama leggere gli articoli fino in fondo, diciamo subito che, in maniera logica, da dicembre dovrebbe essere ripristinato il rimborso delle accise, mentre per l’intero mese novembre continua a valere lo sconto alla pompa.
Se poi volete capire il perché bisogna andare avanti nella lettura.
Il primo dato normativo da cui partire è il decreto Aiuti Ter in cui si dispone che fino al 18 novembre viene prorogato per tutti il taglio delle accise che diventano:
• benzina: 478,40 euro per mille litri;
• gasolio: 367,40 euro per mille litri;
• GPL: 182,61 per mille chilogrammi;
• gas naturale per autotrazione: zero euro per metro cubo.
In pratica, almeno per quanto riguarda il gasolio, si tratta di una riduzione di 25 centesimi più Iva, che alla pompa diventa di circa 30,5 centesimi che, come detto, vale per tutti. Per la semplice ragione che il rimborso delle accise previsto dall’art. 24-ter del TUA rispetto ai veicoli euro V ed euro VI sopra le 7,5 ton (pari a 403,22 per mille litri) non si applica in quanto meno favorevole. Ne consegue che per tale periodo non sarà riconosciuto il credito d’imposta per il rimborso delle accise di 214,18 euro per mille litri, essendo stato assorbito dal taglio generale delle accise.
Poi però è arrivato anche il decreto Aiuti Quater che, almeno per il gasolio professionale e quindi per l’autotrasporto, ha prorogato questa misura fino al 31 dicembre 2022.
Ieri sera poi – ma sarebbe meglio dire, ieri notte – c’è stato il Consiglio dei ministri che doveva partorire la manovra. Qui non ci interessa tanto questa legge di Bilancio, ma la disposizione contenuta in un decreto legge che «rimodula le aliquote accisa agevolate e conferma la sospensione, fino al 30 novembre 2022, dell’applicazione dell’aliquota di accisa sul cosiddetto “gasolio commerciale”».
Cosa vuol dire? Vuol dire che, come si spiega in un comunicato governativo, le accise sulla benzina passeranno a 578,40 euro fino al 31 dicembre 2022, mentre quelle su oli da gas o gasolio usato come carburante, passeranno, sempre fino a fine anno, a 467,40 euro per mille litri. Si passa quindi dall’attuale taglio di 25 centesimi che, comprensivo di Iva, equivaleva a uno sconto al distributore di 30,5 centesimi, a un taglio di 15 centesimi, che con l’Iva si tradurrà a dicembre in 18,3 centesimi in meno.
A questo punto, però, quel ragionamento per cui anche per i veicoli euro V ed euro VI non si applica il “vecchio” rimborso delle accise in quanto meno favorevole non si applica più. E quindi anche la riduzione dell’accisa che, secondo il decreto Aiuti Quater, doveva valere fino a fino anno, a questo punto si ferma prima, per la precisione a fine novembre. Cosa accade oltre non lo dice, ma è ovvio che se viene meno questa misura – giustificata come urgente perché i fondi teoricamente risparmiati vengono dirottati come sostegni alle popolazioni marchigiane colpite dalle alluvioni – ritorna in essere quella del rimborso delle accise così come l’abbiamo sempre conosciuto. E che peraltro ristabilisce anche una sorta di giustizia ambientale, perché concede un gasolio più leggero a chi dispone di veicoli meno inquinanti, vale a dire euro V ed Euro VI.
Per la conferma definitiva del provvedimento e anche per la quantificazione del rimborso accise a partire da dicembre si attende la pubblicazione dell’apposito decreto-legge in Gazzetta Ufficiale.
Non bastava il Brennero, i divieti imposti dall’Austria ai nostri camion e i lavori programmati sul ponte Lueg fino a fine 2025. Adesso ci si mette anche la società di gestione del tunnel del monte Bianco, che ipotizza di chiudere il transito per tre mesi all’anno per 18 anni. Tutte situazioni altamente complicate che, secondo il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, «rischiano di mettere in croce l’economia italiana, che viaggia in gran parte attraverso il trasporto su gomma. In questo modo, come si può pensare che il nostro Pil torni a salire? Come si può sperare che il nostro Paese possa essere competitivo all’interno dell’Europa?». Da qui il messaggio inviato al ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, al quale Uggè prospetta una situazione «grave non solo per le imprese che operano nel settore dell’autotrasporto, ma per tutta l’economia italiana». Ecco perché – scrive il presidente di Conftrasporto – il tema va affrontato rapidissimamente a livello comunitario perché, con i valichi al ‘ralenti’, le imprese non saranno in grado di programmare la consegna delle merci».
Non è stata ancora diffusa la distribuzione delle deleghe tra i due viceministri e il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, ma è certo che Edoardo Rixi giocherà all’interno del ministero un ruolo di primo piano e magari anche legato in qualche modo al mondo dell’autotrasporto. Prova ne sia che proprio oggi ha voluto comprendere da vicino la partita che si sta giocando sul Brennero e le eventuali conseguenze che potrebbero sorgere nella circolazione lungo questa direttrice a causa di alcuni lavori in corso in Tirolo e che riguardano il risanamento del ponte Lueg. Lavori iniziati già nel mese di ottobre e che comportano di fatto ulteriori restrizioni alla circolazione dei veicoli sopra le 7,5 ton. Ulteriori rispetto a quelle che il Tirolo adotta da anni e che in occasione delle festività si teme potrebbero generare lunghe code e rendere critico il traffico autostradale lungo la A22, già particolarmente congestionata.
I due presidenti di provincia ha riferito al viceministro che la coda di cento chilometri di camion creatati proprio sulla A22 a fine ottobre potrebbe fornire nuove repliche e formarsi anche più a Sud. Una situazione complicata che potrebbe durare anche a lungo, visto che Asfinag, la società pubblica che gestisce le autostrade austriache, ha annunciato che i lavori potrebbero durare fino alla fine del 2025.
Proprio per trovare soluzioni condivise, al termine del colloquio il viceministro Rixi ha dichiarato di voler incontrare quanto primail competente ministro austriaco, vale a dire quello che fa capo a un ministero dal nome particolarmente lungo: per la Protezione del Clima, l’Ambiente, l’Energia, la Mobilità, l’Innovazione e la Tecnologia.
Le retribuzioni degli autisti di camion francesi aumenteranno a partire dal prossimo 1° dicembre. Questo almeno è il frutto di un accordo sottoscritto dopo lunghe trattative dalle associazioni di categoria (Fntr, Otre, Tlf e Cnm) e i sindacati dei lavoratori (Cfdt, Cftc, Cgt e Snatt-Cfe-Cgc) che contempla pure l’eventualità di aggiornare nuovamente l’integrazione salariale nel caso in cui il salario minimo dovesse essere ritoccato alla fine dell’anno. Al momento attuale, infatti, dopo l’aggiornamento retributivo, la categoria di autisti impiegati in veicoli da 11 a 19 tonnellate arriva a percepire 11,53 euro l’ora (prima dell’accordo si fermava a 11,07), mentre la categoria più elevata del contratto collettivo arriva a 11,79 euro (invece di 11,12). E attualmente il salario minimo è di 11,07 euro. A non firmare l’accordo è stato il sindacato FP Transport che, al contrario, ha lanciato un appello per una mobilitazione generale della categoria dal 5 al 10 dicembre, giudicando troppo esiguo l’aumento del 6% e il fatto che non coprisse la tredicesima. Tra due mesi, infatti, secondo questa sigla sindacale, visto che l’inflazione potrebbe salire al 12% e il costo dell’energia salirà del 20%, di quel 6% resterà ben poco nelle tasche degli autisti. Ed ecco perché FTP ha chiesto aumenti salariali maggiori, oltre a una reale considerazione delle difficoltà, la difesa dell’assicurazione contro la disoccupazione e una maggiore tutela del monte pensionistico.
Si dice che il tulipano giallo rappresenti gioia, speranza e solarità. Gloria Benazzi, autista, classe 1996, i tulipani li ha tatuati sull’avanbraccio – insieme ad altre sue passioni, tra cui il motore del suo camion d’epoca – e questa descrizione le calza benissimo addosso. Quando la raggiungiamo al telefono ci risponde da un’area di sosta in Olanda dove sta facendo pausa a bordo del suo camion. È felice, e si sente. Solo pochi mesi fa ha realizzato il suo sogno, tra l’altro piuttosto originale: trasportare fiori dall’Olanda, il paese patria dei tulipani. Sì, perché Gloria non voleva semplicemente fare l’autista, voleva unire la sua passione per i fiori con quella per i camion e la sua tenacia l’ha ripagata, anche se per parecchio tempo dubbi e insicurezze l’hanno tenuta lontana dalla cabina. «Spesso sono solo le nostre paure a farci vedere un limite che in realtà non esiste» ci racconta. Ed è proprio dalle sue paure che le chiediamo di iniziare a raccontarci la sua storia. «Ho sempre avuto paura di partire con il camion, paura di deludere altre persone, paura di fare errori. Mi rendo conto però che in questo modo mi sono imposta da sola dei limiti che oggi ho deciso di affrontare. Sono figlia d’arte, la mia famiglia aveva una ditta di trasporti tramandata da generazioni e fin da piccola ho sempre avuto a che fare con questo mondo. Quando sono cresciuta ho iniziato ad aiutare in azienda, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più logistici e burocratici, ma io volevo guidare. Papà ha però sempre cercato di tenermi lontana, mi sconsigliava di intraprendere questa strada perché sapeva quanti pregiudizi e difficoltà avrei potuto incontrare e per un po’ gli ho dato ascolto. Sei anni fa ho aperto una mia attività come onicotecnica in attesa del momento giusto per riprendere la strada dell’autotrasporto».
Il momento giusto è arrivato qualche mese fa…
Le patenti le avevo già prese a 21 anni con i soldi che avevo messo da parte lavorando. Fare le unghie mi piaceva, disegnare è un’altra grande mia passione e questo lavoro mi consentiva di esprimere la mia arte. Poi la svolta è arrivata grazie al mio ragazzo, Luca, anche lui autista, che mi ha spronato a non lasciar sbiadire il mio sogno di mettermi alla guida. Mi ha sempre detto «se non provi non potrai mai sapere se ti piace davvero o se è solo una bella idea che ti sei creata». Così ho fatto richiesta per lavorare nella sua stessa azienda e mi hanno assunta. Ho iniziato con il camion frigo ma avevamo un sogno: trasportare i fiori in Olanda.
Da cosa nasce questo desiderio?
Papà viaggiava in Olanda e Inghilterra e ricordo che da piccola ci raccontava dei paesaggi meravigliosi che attraversava. Le sue storie mi hanno fatta sognare. Poi il sogno è diventato realtà quando ho iniziato a visitare quei posti e rendermi conto della loro cultura. Viaggiavo da passeggera, ma era normale vedere donne alla guida dei camion. Ai raduni erano tantissime, tutte con camion personalizzati bellissimi. Io volevo essere come loro. Così ho iniziato a covare il desiderio di mettermi alla guida anche io e di viaggiare in quei paesi in cui sapevo che sarei stata capita.
In Italia quindi non ti senti capita?
Credo che in Italia la figura dell’autista sia ancora molto stereotipata. Ci si aspetta una donna, ma anche un uomo, dai tratti rozzi, trasandati. Ma non è vero, io oggi mi vedo donna allo stesso modo di quando lavoravo in un centro estetico. La visione che si ha dei camionisti deve cambiare perché è falsata. Per quanto riguarda la visione della donna, poi, si pensa sempre che ci spettino dei compiti che non possono essere affidati agli uomini, e viceversa. Sicuramente uomini e donne sono diversi, come donna ho dei limiti, ma non penso siano limiti che mi possano ostacolare a fare questo lavoro. Il mio centro estetico era aperto dalle otto del mattino alle nove di sera e c’ero solo io. Non sono forse più ore di quelle che farebbe una qualsiasi autista con un giornaliero? Allora perché il centro estetico come lavoro va bene e l’autista no?
Oggi qual è la tua settimana tipo?
Per i primi mesi ho cercato di portare avanti entrambe le attività. Di giorno lavoravo in negozio e di notte guidavo, ma alla lunga non era sostenibile. C’era sempre il nostro sogno di trasportare fiori e così ci siamo messi alla ricerca di qualche realtà che potesse offrirci questa possibilità. Per puro caso, tramite un amico del mio ragazzo, ci siamo messi in contatto con un trasportatore che cercava una coppia per trasportare proprio fiori dall’Olanda. Abbiamo avuto un colpo di fortuna! Lo so che sembra incredibile, ma è andata veramente così, un segno del destino, e così la scorsa estate abbiamo deciso di rischiare tutto. Io ho chiuso il negozio e il mio ragazzo si è licenziato dalla ditta per la quale lavorava per iniziare la nostra avventura. Partiamo la domenica sera o il lunedì mattina e facciamo due viaggi a settimana tra Olanda, Belgio e Italia.
Come va la convivenza in cabina?
Ammetto che non è semplice, lo spazio già è poco e in più abbiamo con noi anche il nostro cagnolino, un bulldog francese, a tenerci compagnia. Il problema principale è che io spesso sono ancora insicura e quando lui mi fa notare un errore mi innervosisco e si finisce a discutere. Eppure, questo fa sì che si crei una fiducia reciproca massima, perché quando uno guida l’altro dorme e non si può dubitare l’uno dell’altro. Viaggiando abbiamo incontrato molte coppie che lo fanno da anni, quindi è la dimostrazione che il rapporto può solo che rafforzarsi a così stretto contatto.
Hai detto che le tue insicurezze hanno rappresentato un limite per molto tempo. Oggi come le superi?
Penso che questo lavoro mi metterà sempre alla prova. Qualche settimana fa, per esempio, per la prima volta abbiamo dovuto fare un trasporto di carne appesa, una tipologia di trasporto molto particolare e anche molto difficile. Ero terrorizzata, però non avevo alternative, l’ho fatto e basta. È stata una sorta di terapia d’urto che penso mi faccia bene perché ho sempre preferito aggirare gli ostacoli invece che affrontarli e invece adesso ho deciso di prendere di petto le mie paure e affrontare tutte le sfide che mi verranno proposte.
Come hai affrontato invece il parere contrario della tua famiglia?
Papà cercava di tenermi lontana solo per tutelarmi, ma ora so che quando parla con i colleghi è orgoglioso di me. Mia mamma invece è in pensiero, come è normale che sia, però devo dire che è stata proprio a lei a spronarmi a intraprendere questa avventura perché, in fondo, è sempre stata anche la sua passione e amava viaggiare in coppia con mio papà.
Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
Il profumo intenso che si sente quando arrivo al mercato dei fiori in Olanda e i camion customizzati che si vedono girare all’estero. Io amo disegnare e penso che alcuni mezzi siano delle vere e proprie opere d’arte viaggianti. Sto restaurando un camion d’epoca e presto potrò personalizzare anche il nostro camion. Sto preparando i bozzetti delle grafiche.
E cosa ti piace di meno?
Essermi scontrata con la realtà. Anche all’estero non è tutto così perfetto come sembra. Spesso mancano i servizi per le donne e se non ci fosse Luca con me mi sentirei in difficoltà a entrare nei bagni degli uomini. Ormai i camion sono accessoriati con tutto, quello che manca “fuori”, quindi, sono i servizi e i posti sicuri dove potersi fermare a riposare.
Ti sei resa conto di essere un’eccezione per il settore? Donna e giovanissima.
Avvicinare i giovani alla professione di autista oggi è sicuramente più difficile perché se non si nasce figli d’arte, cioè figli di chi già fa questo mestiere, è difficile comprendere o scoprire quanto sia affascinante. Una volta si poteva viaggiare sul camion con i propri papà, ora naturalmente per diverse ragioni non è più possibile però il risultato è che se non si investe su altri fronti nessuno potrà mai avvicinarsi spontaneamente. Anche le donne che fanno questo lavoro o sono figlie d’arte, come me, o sono mogli che viaggiano con il marito – e ne ho conosciute molte – oppure sono sognatrici con il desiderio di viaggiare. Per assurdo in questi mesi mi sono resa conto che forse ci sono più donne che giovani alla guida. Molte cercano di passare inosservate e quindi alla fine sembriamo sempre poche.
Quindi le autiste si nascondono?
Penso che molte lo facciano per sicurezza. Se io viaggiassi da sola avrei paura a esporre il mio essere donna in determinate circostanze. Se mi dovessi fermare di notte in un’area di servizio ed entrare nel bagno degli uomini perché non ci sono bagni per le donne vorrei mi vedesse meno gente possibile. E poi molte donne secondo me ancora non si sono rese conto della potenza dei social network. Ho parlato con diverse colleghe che mi hanno detto di non aver mai pensato di condividere la loro storia, la loro esperienza. Cosa che oggi i social consentono di fare con molta facilità. Possono davvero fare la differenza. Io nel mio piccolo voglio far qualcosa, ecco perché ho iniziato a raccontare le mie avventure tramite i miei profili. Faccio parte anche del gruppo Lady Truck “Buona strada” perché è proprio questo quello che credo serva al settore: più unione, che è quella che fa la forza.
Il bagno? Non c’è oppure è inaccessibile. E se c’è, è sporco o malfunzionante. E a rimetterci sono i camionisti, che non solo vedono trasformare la loro sosta in un vero e proprio incubo, ma ne pagano anche le conseguenze in termini di salute. Al punto che poco più di un’autista su 10 (l’11%) denuncia di ammalarsi proprio perché non ha accesso a servizi igienici puliti quando ne hanno bisogno. Questo dato emerge da un sondaggio di Unite the Union (il principale sindacato britannico) sul livello dei servizi igienici per gli autisti nelle aree di sosta nel Regno Unito, rilevando che alla maggior parte di loro viene spesso negata la «dignità della toilette» durante la loro vita lavorativa.
L’indagine, condotta su un campione di 1.700 camionisti, ha rilevato che il 76% di loro nell’ultimo anno aveva sperimentato una situazione in cui aveva bisogno di usare urgentemente un bagno, ma nessuno era disponibile. Una buona parte degli interpellati (il 38%) ha riferito anche che dall’inizio della pandemia di Covid, nel 2020, l’accesso ai servizi igienici è peggiorato. I maggiori problemi segnalati sono stati quelli legati alla mancata pulizia (44%) e agli orari diapertura limitati (22%).
I camionisti hanno anche sottolineato che, nonostante l’Health and Safety Executive (letteralmente: Salute, Sicurezza e Ambiente) stabilisca regole chiare secondo cui le aziende devono consentire ai conducenti che effettuano consegne di utilizzare i propri servizi igienici, molti non rispettano la legge. E solo poco più diun conducente su cinque (22%) ha dichiarato di avere sempre accesso ai bagni dei clienti.
Il funzionario nazionale del sindacato, Adrian Jones, ha tuonato: «È vergognoso che i camionisti si ammalino perché viene loro negato l’accesso di routine ai servizi igienici. La mancanza di accesso ai servizi igienici è una delle ragioni principali per cui gli autisti lasciano questo lavoro. Il settore non diventerà mai più diversificato e attraente per i nuovi entranti fino a quando questo problema non sarà risolto e la dignità della toilette non diventerà obbligatoria».
Chi gestisce un’azienda di autotrasporto, oggi, non può prescindere da un’attenta gestione dei costi della propria flotta di veicoli. Con i prezzi dei carburanti in costante aumento, sapersi districare nel mare di dati (e fatture) con cui si ha quotidianamente a che fare, e quindi decidere eventualmente come e dove intervenire per minimizzare i costi superflui, è una sfida complessa. Oltre a sensibilizzare e formare i conducenti verso un uso corretto del veicolo che si trovano a condurre, occorre poi anche evitare i tempi di fermo dei mezzi e ottimizzare al meglio le ore di guida degli autisti. Tutte attività, in sostanza, a cui va prestata particolare attenzione se si vuole incrementare il proprio livello di efficienza. A dare un aiuto in questo senso è la tecnologia, grazie alla possibilità offerta da hardware e software gestionali di avere a portata di click tutti i dati e le informazioni riguardanti ogni veicolo.
Tra le società di telematica per le flotte più all’avanguardia in questo campo c’è ZF Transics, che dal palcoscenico di Ecomondo (la fiera sull’innovazione tecnologica applicata all’ambiente che si è tenuta a Rimini dall’8 all’11 novembre) ha presentato una serie di soluzioni innovative proprio per incrementare l’efficienza delle flotte. Tra queste, TX-Fuelbot, un software basato sull’intelligenza artificiale che calcola automaticamente e consiglia in tempo reale la stazione di rifornimento più economica. Il software si accolla in pratica il compito di analizzare diversi parametri per l’ottimizzazione del rifornimento, come pianificazione, itinerario, prezzi e consumo di carburante e automatizza la selezione dei distributori più convenienti. Le raccomandazioni vengono comunicate direttamente all’autista tramite l’app TX-FLEX e sono rese disponibili anche agli utenti del back office tramite una dashboard interattiva. ZF Transics stima al 9% il risparmio diretto sul carburante che è possibile ottenere se si seguono i consigli in tempo reale forniti dal software.
Altra soluzione presentata è OptiTire, un sistema pensato per ridurre i tempi di fermo del veicolo, i consumi di carburante e i costi con avvisi istantanei sulla pressione dei pneumatici. Grazie a sensori interni ed esterni che misurano la temperatura e la pressione delle gomme, il sistema fornisce avvisi istantanei all’autista ogni volta che la pressione degli pneumatici scende al di sotto del livello ottimale, come ad esempio nel caso di forature o perdite. Gli avvertimenti possono essere visualizzati in SmartBoard, OptiLink e sulla dashboard integrata nel veicolo. Anche in questo caso le notifiche vengono inviate anche al back-office così che possa fornire eventualmente soluzioni rapide di assistenza.
Scalar Evo Touch
Al centro dell’offerta di ZF Transics anche alcune soluzioni applicate ai rimorchi, come ad esempio TX-Trailerguard, un dispositivo telematico per rimorchi, dotato di batteria ricaricabile, che non solo comunica in tempo reale la posizione e il movimento dei rimorchi, ma offre anche diverse possibilità di connessione, ad esempio con sistemi EBS per rimorchi e reefer, con varie periferiche e sensori e con altri sistemi per rimorchi. Infine, l’azienda ha presentato Scalar Evo Touch, un computer di bordo per la connettività all’IoT. Ha un’interfaccia molto intuitiva e mostra a display tutta una serie di informazioni importanti per l’autista: dall’assistenza per lo stile di guida alla navigazione e al calcolo dell’itinerario, dalla visualizzazione dei dati rimorchi in tempo reale ad una panoramica sui tempi di guida e di riposo.