Lanciata sul mercato una nuova generazione di carrelli elevatori elettrici a timone con sollevamento razze, siglati Jungheinrich.
La nuova serie di carrelli, disponibile nel modello EJC 212z/214z/216z, è molto più versatile grazie al rinnovato concetto di portata che rispetto alla precedente generazione, progettata per capacità di portata fino a 1.400 kg (EJC 214z) e 1.600 kg (EJC 216z), è di soli 1.200 kg, con vantaggi in termini di maggiore flessibilità e di opportunità d’impiego. La nuova generazione si contraddistingue anche per la regolazione elettronica del sollevamento delle razze, che consente all’operatore di superare senza sforzi gli ostacoli convenzionali in magazzino come rampe, pedane, raccordi di carico ma anche i dislivelli di pavimentazione. Ciò significa economicità nei consumi e massime rese di movimentazione soprattutto grazie ad altezze di sollevamento di oltre 5 metri, elevate portate residue, una potente accelerazione e lunghe autonomie d’esercizio durante le fasi di prelievo e stoccaggio del carico. Grazie all’utilizzo della tecnologia trifase Jungheinrich a basso impatto ambientale ed esente da manutenzione, l’EJC offre superiori capacità di prestazioni contemporaneamente a una riduzione dei costi, permettendo anche all’operatore, attraverso la speciale opzione dell’elevatore a timone, di trasportare due pallet contemporaneamente, raddoppiando così la velocità di movimentazione. Uno sterzo elettrico in opzione permette di ottimizzare ulteriormente i comandi assicurando una guida senza sforzo. Nel caso di spazi particolarmente ristretti, come per esempio a bordo automezzo, il mezzo si lascia manovrare in modo particolarmente sensibile tramite il timone in posizione verticale e un tasto di marcia lenta.
In occasione della fiera industriale di Hannover del 1960, veniva presentato al pubblico il primo carrello elevatore Linde con trasmissione idrostatica. Nessuno ancora lo sapeva, ma il modello Hubtrac H3K avrebbe rappresentato la pietra miliare per una storia di successo che dura da 50 anni e che ha reso Linde Material Handling leader in Europa nella produzione di carrelli elevatori. La caratteristica principale di ogni carrello elevatore termico Linde, con una portata massima di 18 t., è la trasmissione idrostatica, che ottimizza precisione di guida, sollevamento dei veicoli, consumo di energia e facile manutenzione. Il settore Ricerca & Sviluppo di Linde MH ha comunque, apportato miglioramenti tecnici decisivi, con l’introduzione della quarta generazione del sistema idrostatico Linde. Per il futuro gli ingegneri prevedono già altri progressi, dove l’idrostatica potrà fungere da base di collegamento tra i principi di funzionamento del motore elettrico e del motore a combustione interna ed offrire così all’utente il meglio dei due sistemi.
TSC Auto ID presenta la sua prima serie di stampanti a trasferimento termico a due pollici denominate TTP-225. Sono dotate di enorme capacità di memoria fino a quattro GB, con una velocità di stampa massima di 127 millimetri al secondo (= 5 ips ad una risoluzione di 203 dpi), e un peso di 1,5 chili. Ad una risoluzione più alta di 300 dpi la TTP-225 riesce comunque a raggiungere una velocità di stampa di 76,2 millimetri al secondo (tre ips). Grazie poi alle numerose porte di connessione, queste stampanti da tavolo sono perfettamente adatte per applicazioni varie: nelle officine per segnare la data del cambio dell’olio, nel settore alimentare, tessile e orafo, nei negozi al dettaglio per i cartellini dei prezzi, nel campo sanitario e farmaceutico per classificare le provette ecc. La scheda di memoria standard è di otto MB in esercizio SDRAM come pure quattro MB con scheda di memoria FLASH indirizzabile, ma con una SD Flash Memory Card Slot in opzione è possibile ampliare la memoria della stampante fino a quattro GB flash memory. Un altro optional è il display LCD (128 x 64 pixel), il taglierino a ghigliottina, il keyboard KP-200 e lo scanner HCS-200 della TSC. Il coperchio ribaltabile permette una ricarica semplice e veloce. In pochi secondi si può sostituire non solo il rotolo di carta ma anche la testina e il rullo di stampa. Per stampare etichette di spessore maggiore (fino a 0,19 millimetri) basta spostare il rullo di stampa. Le TTP-225 si adattano alle più disparate situazioni climatiche,dai cinque ai quaranta gradi celsius (41 – 104 gradi Fahrenheit) e un’umidità fra il 25 % e l’85 %; lo stoccaggio di queste stampanti può comunque avvenire a temperature dai – 40 ai + 60 gradi Celsius (-40 – +140 gradi Fahrenheit) e un’umidità fra il 10 % e il 90%.
Con le TTP-225, la casa produttrice offre una gamma di prodotti ad alta prestazione e a prezzi moderati, garantite per due anni.
Zebra Technologies Corporation lancia l’ultima versione di RW420 Route Palette, progettata per operare con il nuovo dispositivo portatile a livello industriale MC9500 di Motorola Solutions. Ideale per la consegna diretta al punto vendita e per la gestione del field service e delle operazioni di vendita, la RW420 assicura efficienza e facilità di utilizzo alle applicazioni di field mobility permettendo di risparmiare tempo e denaro.
Può essere portata con una tracolla leggera e utilizzata tenendola sulle braccia così da facilitare l’inserimento dei dati, la stampa delle ricevute, delle fatture e bolle di consegna. L’Interfaccia Built-in DEX (Digital Exchange) – permette ai lavoratori di utilizzare il sistema IT dei clienti e di scaricare i dati (ad esempio la quantità e il prezzo) relativi al prodotto in consegna e di fare un velocesettlement or reconciliation tra l’azienda di spedizione e il punto di consegna del prodotto. La stampante e il computer hanno una ricarica simultanea, con estrema flessibilità per l’utente.
Versioni separate della RW420 Route Palette sono disponibili per essere integrate con le serie Motorola MC9500, MC909X-S e i mobile computer MC75 o MC-70.
Cartonplast ha presentato Exalite, l’innovativo processo di produzione delle lastre alveolari in polipropilene. L’innovativo processo di lavorazione messo a punto da Cartonplast permette di creare, partendo da un foglio di polipropilene, una lastra alveolare con struttura a nido d’ape, completamente riutilizzabile, riciclabile e a basso impatto ambientale, cui corrisponde maggiore resistenza, flessibilità, leggerezza e duttilità. Exalite offre molteplici soluzioni nel campo dell’imballaggio e del packaging, ma si dimostra un prodotto perfetto anche per l’arredamento d’interni (pavimentazioni e pareti, ecc), l’automotive (controporte e componenti dell’abitacolo) e l’edilizia (casseforme per pavimentazioni orizzontali).
ASC (Active Sway Control, ASC), il sistema attivo di controllo delle oscillazioni dei carrelli commissionatori CAT Lift Trucks, che in passato ha già vinto un premio FLTA per la categoria sicurezza, ha ottenuto due nomination ai prestigiosi FLTA Awards for Excellence, per le categorie ergonomia e innovazione nel settore della movimentazione
delle merci, con premiazione il 12 febbraio a Birmingham.
La doppia nomination del sistema ASC ne riflette sia gli effetti positivi sul comfort dell’operatore sia il valore di tecnologia innovativa nel mondo dei carrelli elevatori, in particolare l’adozione di appositi sensori di pressione idraulica e di un sistema elettronico governato da uno speciale software, permettono ad ASC di calcolare e applicare al montante forze di compensazione che minimizzano l’oscillazione, con dimezzamento del tempo di attesa per la stabilizzazione della cabina e una produttività nelle applicazioni normali aumentata del 6%.
Quanto ai bilanci sul mercato italiano dei carrelli, le previsioni formulate da CGM, il distributore unico di CAT Lift Trucks in Italia, sono positive con segni di ripresa: già ad agosto si è registrata una crescita del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e l’aumento delle vendite rispetto al 2009 dovrebbe mantenere lo stesso trend. Secondo le fonti WITS (World Industrial Truck Statistics) l’aumento registrato nei primi tre trimestri del 2010 è stato più sensibile per i carrelli frontali, meno marcato per le macchine da interno. CGM sta performando meglio del mercato e già a fine 2011 il fatturato si assesterà su valori vicini a quelli di due anni fa.
Benedetta crisi! Almeno una cosa ce l’ha insegnata: l’era degli sprechi è finita. Chi non è efficiente, chi non contiene le spese, chi non si calibra con la domanda del mercato viene tagliato fuori. La lezione è per tutti, aziende di autotrasporto comprese. E MAN che intende sostenerle in tale apprendimento ha studiato un veicolo – un TGX ottimizzato definito EfficientLine – che serve essenzialmente a uno scopo: limare i costi di esercizio. Ma siccome il gasolio assorbe circa il 30% di tali costi, ecco che l’EfficientLine cerca di risparmiarlo non soltanto con equipaggiamenti esclusivi e dedicati, ma anche precludendo «l’accesso al veicolo» a quei componenti in grado di sprecarlo inutilmente. Un’azione articolata che raggiunge un risultato considerevole: un taglio sui consumi di carburante pari a 3 litri/100 km rispetto a un normale TGX per lungo raggio. Così in un anno chi percorre 120.000 km arriva a tagliare i costi di quasi 4.000 euro. Se vi sembran pochi!
I contenuti originali L’operazione non è originale, nel senso che anche altri costruttori l’hanno concepita. Ma bisogna dare atto alla casa tedesca di averci iniettato dentro almeno due contenuti inediti: –l’articolazione del pacchetto, comprensiva non soltanto di componenti meccanici e aerodinamici e di un corso di guida economica, ma anche di un’estensione di garanzia e di un’appendice finanziaria; –la denominazione dell’operazione, che ha resistito alla tentazione di ricorrere all’abusato suffisso «Eco». Anche il prezzo si presenta competitivo: il modello con motore da 440 cv «viene via» con 121.000 euro, per quello da 480 cv ce ne vogliono 3.000 in più.
Due potenze e cabina XLX Vediamo come si compone il pacchetto EfficientLine. Il trattore 4×2 di partenza è un TGX che può essere equipaggiato con una doppia motorizzazione (D2066 e D2676) – entrambe euro 5 con SCR – e due varianti di potenza: 440 e 480 cv. La cabina è invece una scelta obbligata: c’è solo la XLX, la più diffusa in Europa, anche perché è quella che meglio ottimizza il rapporto comfort/consumi. Al cambio c’è di serie l’automatizzato TipMatic con software Fleet, quello in cui sono inibiti il passaggio in modalità manuale e il kick down per incrementare la potenza. Due funzioni che si recuperano con la versione Profi, per avere la quale però bisogna spendere 370 euro in più. Abbinato al cambio c’è l’Intarder Eco, un’evoluzione dell’AS Tronic ZF, migliorato da una serie di punti di vista: ha un rendimento a vuoto minore del 25%; è più silenzioso; dispone dello scambiatore di calore in acciaio inox e quindi dura di più.
I dispositivi ausiliari risparmia-energia Sul TGX EfficientLine ci sono tre dispositivi ausiliari, quelli che assorbono energia per far funzionare il veicolo ma non trasferiscono coppia alle ruote, ottimizzati nel funzionamento: – il compressore dell’aria APM si stacca quando non c’è ragione di funzionare, quando cioè i serbatoi sono già pieni. È un’esclusiva dell’EfficientLine, ma in futuro sarà proposto come optional anche su altri veicoli di linea; – l’alternatore è rinnovato per durare il doppio, per migliorare il rendimento del 4% e per innalzare da 110 a120 A la corrente erogabile. È di serie sull’EfficientLine, ma è adottato anche su tutti i nuovi pesanti MAN; – le luci di marcia diurna che, invece dei 300 W dei normali fari anabbaglianti, si accontentano di 42 W. Risparmio: 0,76 l/100 km
La migliore aerodinamica Per vincere la resistenza dell’aria si brucia una percentuale considerevole di gasolio. Asserzione tanto più vera quanto più si va veloce. Tant’è che basta andare un po’ più piano per ottenere consistenti benefici. MAN consiglia di tarare il limitatore su 85 km/h anziché a 89, a maggior ragione quando si va fuori dall’Italia, dove i limiti sono più alti. Una piccola riduzione di velocità che in una giornata di otto ore di lavoro – è stato calcolato – comporta un sacrificio di meno di 10 minuti. Per tagliare meglio l’aria, invece, si adottano di serie sia il pacchetto aerodinamico sia le minigonne, mentre sono bandite visiere parasole, trombe e fari addizionali sul tetto. Per ridurre l’attrito degli pneumatici, MAN monta quelli con ridotta resistenza al rotolamento: di serie ci sono i Continental Eco, ma con un sovraprezzo si può avere anche altro. Ma soprattutto, sempre di serie, viene montato il TPM, il sistema che monitora la pressione degli pneumatici e la mostra sul display nel cruscotto. Perché una gomma con la giusta pressione non soltanto rotola più facilmente, ma incrementa la sicurezza e dura di più. Risparmio aerodinamico: 1,74 l/100 km
La tara contenuta Il TGX è un veicolo che pesa poco, anche rispetto ad altri trattori. Se poi è equipaggiato con cambio automatico risparmia già qualche chilo. In più, l’EfficientLine è stato messo a dieta con l’adozione di serbatoi dell’aria in lega leggera (- 10 kg) e facendo a meno della ruota di scorta (- 105 kg). Per chi lo vuole – è un optional – si possono tagliare ulteriori 108 kg montando cerchi in lega. In alluminio è pure il serbatoio (integrato) di gasolio e adblue, al pari però di tutti i serbatoi da 660 litri (+ 75 di adblue) chiamati a equipaggiare i pesanti MAN. Risparmio: 0,10 l/100 km
Il finanziamento imbattibile Fin qui le misure tecniche. A queste bisogna aggiungere gli 0,4 l/100 km che si risparmiano con il corso di guida economica ProfiDrive (vedi box). E non è finita. Perché altri vantaggi derivano dall’aver aggiunto al pacchetto anche l’estensione di garanzia di 48 mesi o 600.000 km sulla catena cinematica e soprattutto da uno speciale finanziamento offerto in collaborazione con Man Finance che comprende una durata di 72 mesi (quando difficilmente si va oltre i 60), un anticipo minimo (da 1 canone al 10%) e con rate costanti a partire da 1.000 Euro, un valore di riscatto garantito da MAN TopUsed di 15.000 euro, un’assicurazione furto, incendio e cristalli inclusa nel prezzo. Difficilmente si può trovare di meglio.
Sommario – Bonus gasolio – I costi minimi di marzo – Aumento delle aliquote d’accisa sul gasolio – L’Ue intende aumentare le accise – Sportello Unico Doganale: al via da luglio – Moratoria sui debiti PMI – Sgravio contributivo sulle erogazioni CCNL – Esenzione Iva per i Consorzi – Vertenza autotrasporto: la ripartizione dei fondi per il settore – Tempi di attesa carico/scarico – Indennizzo per le attese al carico/scarico – Tempi di guida e di riposo – Requisiti del responsabile tecnico categoria 8 – Consulente per la sicurezza: cambia la relazione annuale – Nuovi limiti di emissioni per veicoli commerciali leggeri
Sentenze – Decreto ingiuntivo sui costi minimi di sicurezza – Strade pericolose, P.A. presunta responsabile
Siamo a Stoccarda, al Museo Mercedes. L’Atego BlueTech Hybrid è pronto a partire. Salendo in cabina è difficile notare qualche differenza dal modello tradizionale. L’unica eccezione è il monitor posto alla destra sulla plancia che illustra il sistema ma soprattutto fornisce un’informazione in tempo reale sullo stato del funzionamento: la carica delle batterie, la percentuale di uso del motore diesel e di quello elettrico e i litri di carburante risparmiati. Come giro la chiave la prima sorpresa, sul cluster al centro del cruscotto scatta un check di sette voci che a ogni avvio conferma che tutto funziona correttamente. Il cambio è l’automatizzato a sei rapporti, vivamente consigliato dalla casa per un uso ottimale del veicolo. Anche il retarder a due posizioni è di serie e, come vedremo, si rivela molto utile per l’uso ottimale dell’Atego Hybrid.
Mi infilo nel traffico di Stoccarda che non differisce molto da quello di qualsiasi altra metropoli. L’Atego viaggia a pieno carico, al limite delle 12 t di MTT. Lo spunto, nella fase cioè di maggior consumo e inquinamento, lavora soltanto il motore elettrico. Perfettamente assistito dal cambio automatizzato, il veicolo si muove con agilità, ma soprattutto senza far immaginare la complessa tecnologia che lo spinge. Infatti il motore diesel, tenuto sempre acceso per garantire il funzionamento di tutte le dotazioni di bordo (centraline, servizi ecc.), è una delle caratteristiche salienti della scelta Mercedes, vale a dire la totale indipendenza del veicolo e la sua completa autonomia.
A informarci sulla divisione dei compiti tra i due motori ci pensa il piccolo display a centro plancia con precisione e chiarezza eccellente. Noto che lo scaricamento totale delle batterie ausiliarie è continuo (in realtà resta ancora un quarto di carica di sicurezza, anche se lo strumento indica «0»), così come la sua ricarica che avviene nelle fasi di rilascio, sfruttando per esempio una discesa oppure l’abbrivio quando siamo in vista di un semaforo rosso. Nel caso – verosimilmente molto raro – in cui non ci siano occasioni simili, allora è il motore diesel a provvedere alla ricarica. Quando i motori sono in funzione si illuminano, mentre le fasi in cui quello elettrico è in carica o in uso sono evidenziate da un flusso di freccette verdi nelle due direzioni. Più semplice di così!
A ogni sosta entra in funzione il sistema Start&Stop che spegne il veicolo e lo riavvia come lasciamo il freno. Passa inevitabilmente una frazione di secondo tra l’avvio del motore e l’effettiva ripartenza e questo può creare qualche problema nelle immissioni su strade a intenso traffico, quando uno spunto immediato sarebbe indispensabile. Il sistema può essere comunque disattivato temporaneamente nelle situazioni più complesse.
Apprezzabile, anche in considerazione del pieno carico, il retarder a due posizioni, utile in fase di rallentamento sia per risparmiare i freni di servizio sia per contribuire alla ricarica delle batterie. Per il resto il comfort di guida è quello conosciuto e apprezzato dell’Atego che, non a caso, è il Truck of the Year 2011.
Quando siamo di nuovo di fronte al Museo Mercedes lo strumento ci segnala che nei 18 km del percorso abbiamo risparmiato circa 0,6 litri di gasolio, in linea con quanto verificato nei test TÜV a cui l’Atego Hybrid è stato sottoposto: dal 10% al 15% a seconda delle condizioni. Un risultato già significativo da sommare comunque ai positivi ritorni in termini ambientali e di immagine. Se poi ci fossero pure degli incentivi…
Si fa più corto il ribaltabile Andreoli 46 EP, ora ha un passo di 3.900 mm. Carica 26 m3 di materiale con le sponde alte da 1.500 mm a 1.780 (in coda) e per ottenere questa volumetria e misure sposta la ralla del camion e la adatta al trailer. Questo è il «trucco». La combinazione come mezzo d’opera, abbinato esclusivamente a un trattore a 3 assi, lo porta alla ragguardevole massa complessiva di 56 mila kg su strada. La portata utile della vasca è di 39.100 kg, la tara di 7.400. Monta sospensioni pneumatiche ROR su assi da 12 ton. Il piano ralla è posto a 1.450 mm, la lunghezza totale è di 8.280 mm, quella della cassa di 7.850.