Veicoli - logistica - professione

Home Blog Pagina 1509

Iveco, euro 6 con il solo SCR

0

Euro 6? Iveco dichiara a sorpresa di raggiungerlo esclusivamente con l’SCR. Perché a sorpresa? Ma perché ci si era già convinti – e i primi lanci di motori euro 6 di Mercedes e Scania lo avevano confermato – che per rispettare questo più rigoroso standard di emissioni bisognasse sommare all’SCR anche l’EGR (nonché il filtro antiparticolato). A Torino, invece, sfruttando la ricerca di FPT Industrial, hanno «scoperto» che si può tagliare il traguardo ambientale imposto dall’UE soltanto potenziando il sistema di post-trattamento SCR. E cioè senza preoccuparsi dei valori di particolato che il processo di combustione già riduce, ma lavorando nell’ottimizzazione del post trattamento per abbattere la maggior produzione di NOx. In particolare è stato brevettato un esclusivo sistema di controllo che consente il raggiungimento di efficienze di conversione senza precedenti. Il risultato è quindi una tecnologia «SCR Only» sia per i motori medi, sia per i pesanti.

A rendere possibile questo risultato è stato soprattutto il lavoro sul sistema di gestione, nel quale il dosaggio dell’adblue e le proprietà termiche del sistema di post-trattamento vengono controllati in modo estremamente preciso. A tale scopo viene introdotto un hardware di nuova generazione per il post-trattamento delle emissioni e tutta una serie di soluzioni ingegneristiche: dall’ottimizzazione del flusso dei gas di scarico e dell’iniezione dell’adblue all’interno del catalizzatore SCR, al controllo chiuso per consentire un preciso dosaggio dell’adblue; dal dosaggio dell’urea tramite sensori NOx e ammoniaca in grado di analizzare accuratamente i gas di scarico, a un miscelatore ad alta turbolenza, isolato termicamente, per consentire un’idrolisi omogenea dell’adblue e una corretta distribuzione nel flusso dei gas di scarico.

Dalla sommatoria di questi interventi si ottiene una riduzione di NOx superiore al 95% (molto di più di quanto dichiarano altre case).

A sfruttare tale innovativa tecnologia saranno sia i common rail Tector che i Cursor, dotandoli però di una nuova centralina in grado di garantire un controllo accurato del sistema di post-trattamento. Per le versioni del motore Cursor che utilizzano una turbina a geometria variabile è stato introdotto il controllo ad attuazione elettrica, per ottimizzare la risposta ai carichi a bassi regimi e per aumentare l’efficienza del freno motore. Inoltre, tutti i propulsori utilizzeranno ora una valvola  allo scarico, al fine di supportare la rigenerazione passiva del DPF e incrementare la performance del freno motore fino al 30% in più rispetto agli attuali motori Euro V.

Il sistema di ricircolo dei vapori già presente sugli euro 5 viene confermato, mentre per evitare la dispersione di vapori d’olio sono stati introdotti sistemi di separazione dell’olio ad alte prestazioni allo scopo di ridurre al minimo il rischio che l’olio possa contaminare il filtro antiparticolato. Per i motori Cursor viene utilizzato un sistema di separazione olio centrifugo,  mentre per il Tector viene utilizzato un filtro a coalescenza ad alta efficienza integrato nel coperchio punterie.

Se il taglio delle emissioni di particolato consente una rigenerazione naturale e spontanea del DPF, per quanto riguarda gli intervalli di cambio olio si arriva fino a 150.000 km.

Infine, l’integrazione di tutti i componenti rende il sistema compatto e così anche ingombri e peso risultano contenuti. Una singola unità contiene i catalizzatori ossidanti, il filtro antiparticolato, l’SCR e il CUC (Clean Up Catalyst). All’interno dello stesso contenitore sono anche integrati i dispositivi di iniezione/miscelazione dell’adblue e i sensori dei gas di scarico necessari per la gestione del post- trattamento.

Quando verranno introdotti questi motori euro 6 e a che prezzo? Una risposta la si può rintracciare nelle dichiarazione dell’ad di Iveco, Alfredo Altavilla: «È chiaro che i veicoli Euro 6 costeranno di più, la tecnologia ha un prezzo e un valore. E noi introdurremo i veicoli adeguati quando il mercato lo richiederà».

Logistica nel Nord-Est: Zaia fa il pompiere sul fuoco di polemiche

Il Nord-Est dell’Italia è al centro della progettualità logistica. Ma i progetti suscitano invidie e spesso conflitti, che rischiano di sperperare esperienze e soprattutto denaro pubblico. Ecco perché nei giorni scorsi sulla questione è sceso in campo il governatore della Regione Veneto Luca Zaia: “Ho letto alcune prese di posizione che riguardano la logistica regionale, l’interporto di Padova e il progetto offshore del Porto di Venezia. Su questi argomenti ci sono dossier sui quali è necessario un approfondimento nel più breve tempo possibile. Nel frattempo è necessario ribadire che non è intenzione del presidente del Veneto avallare alcun progetto che, soggettivamente od oggettivamente, ‘cannibalizzi’ quanto già in essere”.
“Come per altre materie – ha aggiunto Zaia – ho avuto già modo di esprimere totale dissenso e distanza per quelle che si configurano come vere e proprie guerre tra poveri. Sono certo – ha proseguito – che il progetto dell’offshore ha il grande merito di proporre un forte rilancio della portualità veneziana. Occorrerà valutare la sua ricaduta sul territorio – ha concluso il governatore – perché questa sia in grado di rilanciare tutte le nostre capacità in maniera sinergica, senza mettere in difficoltà le strutture che già esistono”.

Sulle montagne russe il mercato extra-rete del gasolio

Prezzi dei carburanti sulle montagne russe, in particolare nell’extra-rete. Secondo le rilevazioni della Staffetta Quotidiana, giovedì 19 ci sono stati ribassi drastici, anche a due cifre. E di conseguenza si è scatenata un’impennata della domanda, che fatalmente ha creato un rimbalzo il venerdì 20.  Una situazione che reca problemi soprattutto al mondo dell’autotrasporto, già alle prese con un mercato ancora poco stabilizzato, che fa seguire a momenti di grande richiesta di trasporti, periodi di calma piatta. Ragion per cui un ulteriore elemento di instabilità, come può essere appunto il costo del gasolio – vale a dire la voce che assorbe circa il 30% dei costi di un’impresa – non fa che amplificare la difficoltà.

Ma torniamo ai prezzi, che vedevano mercoledì il diesel 10ppm a 568 euro per 1.000 litri, il gasolio 0,1 a 542 e il denso Btz a 459. Il giovedì invece i gasoli hanno visto una flessione di 20 euro e il denso Btz di 14. Se si guarda al prezzo medio Siva, il gasolio autotrazione arriva a 1015 euro per 1000 kg al Nord, a 1021 al Centro e a 1028 al Sud e Isole, con una differenza tra il Nord e Centro di 6 euro e tra Centro e Sud (Isole comprese) di 7.

Chi non appare affatto preoccupato da questa situazione è lo Stato, che da gennaio ad aprile, stando ai calcoli effettuati dal Centro Studi Promotor GL Events, ha incassato dai consumi di benzina e gasolio per autotrazione 330 milioni di euro di imposte in più rispetto allo stesso periodo del 2010. Il “di più” proviene essenzialmente dall’Iva, che aumenta parallelamente all’aumento del prezzo industriale. Aggiunge cioè alla crescita di prezzo del prodotto, una parallela crescita dell’imposta.

Il Centro Studi Promotor ha anche calcolato che tra benzina e gasolio a crescere maggiormente nel primo quadrimestre del 2011 è stato essenzialmente il secondo, con un + 18,3%, rispetto all’11,7% della prima. E d’altra parte il gasolio è stato anche investito di maggiore domanda, visto che i suoi consumi sono saliti dello 0,8%, quando la benzina ha conosciuta una flessione del 5,7%. E a determinare questo diverso andamento dei due carburanti è stato il consumatore principale del gasolio, vale a dire l’autotrasporto, accreditato nel complesso in crescita di attività, seppure come detto altalenante. Se può essere di consolazione…

Anci e Consulta: accordo sulla distribuzione urbana delle merci

Le inefficienze della distribuzione urbana delle merci sono come un macigno sui conti pubblici, pari a circa 10 miliardi di euro. Da domani potrebbero costare un po’ meno grazie a un protocollo siglato dalla Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica e l’ANCI, l’associazione che rappresenta i comuni italiani, per costituire un vero e proprio centro di consulenza gratuita per i comuni, così da aiutarli a prendere le decisioni sulla mobilità urbana, sfruttando in tal senso tutte le categorie interessate alla questione e rappresentate all’interno della Consulta, dai trasportatori ai commercianti, fino ai produttori di merci.

Per comprendere l’importanza dell’iniziativa bisogna considerare che in Italia esistono oltre ottomila comuni e che ognuno, in virtù dell’autonomia di cui gode, avanza rispetto alla mobilità in ordine sparso. Ognuno cioè prende decisioni diverse rispetto alla chiusura al traffico delle merci in alcune aree, ai divieti di transito, alle limitazioni in precise finestre orarie per la consegna delle merci, all’introduzione di forme di pagamento per l’accesso nelle ZTL. Il tutto senza un confronto con gli altri attori della filiera, come per esempio i trasportatori, i quali risultano di conseguenza danneggiati da questo stato di cose.

«La distribuzione urbana delle merci – ha  spiegato il sottosegretario Bartolomeo Giachino, nella sua veste di presidente della Consulta – è il terzo tassello del nostro Piano Nazionale per la Logistica. Da domani mi aspetto che tutti i comuni italiani, prima di prendere decisioni che coinvolgano la filiera delle merci, si consultino con questo gruppo di lavoro».

Soddisfatto dell’accordo anche Wladimiro Boccali, presidente della commissione Trasporti e mobilità dell’Anci.  «Il tema del trasporto delle merci – ha dichiarato – è fondamentale per la mobilità urbana e importante per la lotta all’inquinamento. C’e’ l’impegno dell’associazione dei comuni a diffondere le best practices e a concordare con il governo misure che mettano in campo una maggiore condivisione».

È molto importante sottolineare che tra gli obiettivi del tavolo di lavoro, c’è anche quello di trovare possibili finanziamenti per rinnovare il parco mezzi degli artigiani che lavorano tramite veicoli. Il prossimo passo sarà il coinvolgimento del ministero dell’Ambiente all’interno di questo gruppo di lavoro in modo da poter affrontare anche problematiche relative all’inquinamento da traffico.

Martinelli affronta la crisi con un lease-back da 12 milioni

La crisi non si arresta ancora e lascia segni anche alle imprese più strutturate. Così la Martinelli Trasporti, impresa trentina con sede ad Ala, forte di 600 mezzi tra veicoli e semirimorchi, è costretta a un’operazione di lease-back (una compravendita con contestuale contratto di leasing con riacquisto) del valore di 12 milioni di euro. Oggetto dell’operazione è lo stabilimento di Ala di 31mila metri quadrati che passa a Trentino Sviluppo. Dietro all’operazione, cioè, c’è l’apporto della Giunta Provinciale giustificato dalla valenza socio-economica della situazione, in quanto – come ha tenuto a sottolineare l’assessore all’Industria, Artigianato e Commercio Alessando Olivi – “senza questo tipo di intervento sarebbero stati a rischio i livelli occupazionali, che ora invece l’azienda si impegna a consolidare in oltre 180 posti di lavoro per cinque anni”.

Formazione “monopolizzata” dai sindacati: c’è un ricorso al Tar

La decisione è del 9 marzo scorso, quando con un Avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 29 il Comitato Centrale dell’Albo ha costituito un Elenco di Organismi autorizzati a svolgere corsi di formazione per autotrasportatori. Tali organismi però, per essere accreditati, devono essere diretta emanazione delle associazioni nazionali di categoria. Quelle stesse cioè che siedono nell’organismo che ha diramato l’Avviso. La cosa non è piaciuta a Trasfoservice 2001, società peraltro che lo scorso anno ha collaborato con l’Albo organizzando una decina di corsi di formazione e dimostrando, ovviamente a suo dire, capacità organizzative e collegamento su tutto il territorio nazionale con la platea dei potenziali allievi. Tant’è che ha preso carta e penna e ha presentato ricorso al TAR del Lazio, per chiedere l’illegittimità del provvedimento in quanto la condizione essenziale per l’accreditamento di un ente formativo non èla sua capacità di svolgere il servizio, quando la “parentela” con un’associazione di categoria.
Afferma infatti il ricorso che: “Con una determinazione illogica, irrazionale e manifestamente ingiusta l’Amministrazione ha dato vita ad una procedura ristretta e riservata alle sole strutture che fossero emanazione diretta delle associazioni componenti del medesimo Comitato. Di fatto, è stata introdotta una vera e propria barriera all’ingresso, preclusiva all’accreditamento di quei soggetti – che, come Trasfoservice 2001 – pur avendo avuto regolare accesso negli anni scorsi, hanno avuto la sola “colpa” di non essere espressione delle associazioni facenti parte del Comitato Centrale.
Inutile aggiungere che se il TAR dovesse accogliere il ricorso la macchina formativa del Comitato Centrale si arenerebbe, con conseguenze negative per gli autotrasportatori.

Casalgrande-Dinazzano: aperta la “variante della piastrella”

Sono appena 5,5 km ma per la logistica del distretto emiliano delle cerimiche valgono molto di più. Da pochi giorni ha visto la luce il tratto della Pedemontana tra Scandiano e Casalgrande, quella striscia di asfalto che unisce Chiozza di Scandiano allo scalo ferroviario di Dinazzano di Casalgrande. Un’opera, realizzata da Anas e costata 27,2 milioni di euro (più circa 1,5 milioni di euro per le opere di barriera acustica), che avrà lo scopo di evitare ai veicoli pesanti di attraversare centri urbani, in modo da velocizzare le operazioni di trasferimento delle merci.
Ricordiamo che da Dinazzano ogni anno vengono movimentati 4 milioni di tonnellate di prodotti destinati ai mercati internazionali.

In arrivo 368 milioni per il settore

Il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, ha firmato il decreto che destina 368 milioni di euro agli interventi a sostegno del settore dell’autotrasporto, come previsto dalla legge di stabilità 2011. In particolare 120 milioni sono destinati agli sconti autostradali, 105 alla riduzione dei premi Inail, 113 per le spese non documentate, 22 per la riduzione dei premi Rca e 9 per la formazione. Prima della definitiva pubblicazione, però, il decreto dovrà passare al ministero dell’Economia, per il necessario concerto.
Contemporaneamente il ministero degli Interni ha emanato la circolare che di fatto rende operativa la nuova normativa sui pallet, che di fatto solleva il trasportatore dalla gestione dei bancali e dalla loro restituzione, mentre gli dà diritto a una ricompensa laddove si accordi con il committente per fare diversamente.

Ecco la lista nera dei committenti

Al centro dell’autotrasporto, mai come ora, c’è l’articolo 83 bis. Dopo la sentenza del Tribunale di Trieste, che per la prima volta ha applicato a un contratto non scritto l’applicazione dei costi minimi previsto dal “famigerato” articolo, adesso diventa trova attuazione anche un altro contenuto di quella norma, quella che esclude per un anno dai bonus fiscali e per sei mesi dall’affidamento pubblico della fornitura di beni e servizi quel committente di autotrasportatore che viola le regola sulla sicurezza stradale e sulla regolarità del mercato. A definire la materia è stato in particolare un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate del 12 maggio (prot. n. 2011/73094) con cui si formalizza anche la pubblicazione online sul sito della stessa Agenzia (nella sezione “Documentazione“) della cosiddetta black list, vale a dell’elenco dei trasgressori, con indicazione di partita Iva, codice fiscale, nome, cognome, città e data di nascita o, nel caso delle società, denominazione e sede legale del sanzionato. La pubblicazione è prevista per un arco temporale abbastanza lungo: fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello della notifica della sanzione o, nel caso ci fosse contenzioso in corso, fino al 31 dicembre dell’anno successivo alla chiusura dello stesso contenzioso oppure fino alla chiusura dell’anno successivo a quello in cui è emesso il provvedimento in autotutela. Nel caso in cui il destinatario del provvedimento di applicazione della sanzione abbia impugnata lo stessa in via giurisdizionale, l’elenco riporterà anche i vari gradi del procedimento contenzioso e i relativi esiti, anche con riferimento a eventuali decisioni di sospensione del provvedimento sanzionatorio.
Nel caso di esercizio del potere di autotutela da parte della struttura che ha emanato l’atto, l’elenco riporterà gli estremi del relativo provvedimento.
I provvedimenti d’applicazione della sanzione sono emessi dal Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate o Provinciale nel caso di Trento o Bolzano, competente in base al domicilio fiscale del responsabile della violazione.

Opa di Volkswagen su MAN

Volkswagen è letteralmente scatenata. Dopo aver chiuso il primo trimestre con un balzo in avanti dell’utile del 260%, ha decisamente accelerato la corsa per le acquisizioni nel settore dei veicoli industriali. Il primo interessamento – manifestato nelle scorse settimane e anticipato dal mensile Manager Magazin – si indirizzerebbe verso Isuzu, alla ricerca di un avamposto robusto e strutturato nel mercato asiatico. Unico problema rispetto all’operazione sembra rappresentata dalla rivale Toyota, che detiene il 6% di Isuzu e potrebbe cercare di frenare l’operazione.

Senza freni invece è la seconda operazione: il lancio di un’offerta pubblica su MAN. Il gruppo di Wolfsburg ha infatti comunicato di aver portato la sua partecipazione nel produttore di camion con sede a Monaco al di sopra del 30%. E così a questo punto scatta l’obbligo di lanciare l’Opa. Volkswagen offre per ogni titolo ordinario di MAN 95 euro e per ogni titolo privilegiato circa 60. Quotazioni quindi inferiori a quelle di mercato.

Anche perché se il mercato dovesse respingere l’offerta, per Volkswagen diventerebbe possibile acquistare titoli sul mercato in totale libertà. Più che l’acquisizione completa della casa del Leone, infatti, l’interesse di Volkswagen sembra quello di stringere un’alleanza sinergica tra i marchi in suo controllo nel settore dei veicoli da trasporto – vale a dire Man e Scania per un 46% – creando così un polo in grado di sfidare e superare nei numeri i concorrenti diretti (Daimler e Volvo Trucks).

close-link