Ci sono momenti in cui bisogna giocare in contropiede. E così, mentre importanti corrieri italiani sono stati investiti (le scorse settimane, ma anche prima) da vicissitudini poco edificanti sulle modalità con cui gestivano la manodopera, ecco che Fedex annuncia che genererà più di 200 opportunità di lavoro riguardanti assunzioni dirette in 9 siti logistici in Italia, portando così le assunzioni dirette registrate in Italia dal 2021 a 1.000 unità. Niente più, cioè, affidamento a fornitori esterni per gestire le operazioni di handling, quanto invece il rapporto diretto con il lavoratore, attraverso ovviamente un percorso e delle progettualità condivise con le Organizzazioni Sindacali di settore. Un cambio di rotta intrapreso già in anni scorsi e che evidentemente ha funzionato. Allora, nel 2021, l’internalizzazione dei lavoratori aveva interessato 700 persone assunte e inserite in 7 hub logistici nazionali. Nel 2022, poi le assunzioni ulteriori erano state 170 destinate a 5 stazioni dislocate tra Milano e Monza. Adesso, invece, le assunzioni dirette saranno – come detto – più di 200 e forniranno sostegno ai siti di: Palermo, Catania, Napoli, Roma Cinecittà, Roma Est, Venezia, Verona, Bergamo e Brescia. E sommando l’insieme di assunzioni attivate nel corso del triennio si arriva appunto a 1.000.
Stefania Pezzetti, Presidente del Consiglio di Amministrazione di FedEx Express Italia
Un’operazione di insourcing, sicuramente controtendenza, ma assolutamente inclusiva e definita dalla stessa Fedx come «un’opportunità unica di arricchire la forza lavoro dell’azienda». Prova ne sia che i lavoratori in questione provengono da 39 nazionalità, parlano 7 lingue differenti e appartengono a 6 gruppi di diversa età. Si tratta di un modello assuntivo che – come sottolinea Stefania Pezzetti, Presidente del Consiglio di Amministrazione di FedEx Express Italia – «offre stabilità e maggiori opportunità per le persone, oltre a migliorare i servizi per i nostri clienti, anticipando al contempo l’evoluzione delle esigenze del mercato e dell’e-commerce». Insomma, fa bene alle persone e fa bene anche il business.